Incontro davanti alla Prefettura questo pomeriggio per chiedere al Governo una risposta concreta di fronte al dramma delle stragi di migranti sul Mediterraneo. L’iniziativa, promossa da ARCI Piacenza, ha incontrato il favore dei sindacati confederali, i cui rappresentanti sono presenti oggi insieme ad esponenti di partiti come Rifondazione Comunista e Sel, dell’associazione Libera, di Legambiente e del gruppo informale Donne e Uomini contro Piacenza.
Principale oggetto d’accusa l’operazione Triton, che ha sostituito la precedente operazione Mare Nostrum voluta dal governo Letta, rivelandosi – come ci spiega il presidente provinciale di Arci Alessandro Fornasari, incapace di porre rimedio al problema dello sbarco di migranti provenienti dalla Libia e anche di poter garantire soccorso in situazioni di emergenza. Riducendo il raggio d’azione delle attività di soccorso a non più di 30 miglia dalle coste italiane con il conseguente risparmio che Il Fatto Quotidiano stima attorno ai 30 milioni di euro, infatti, non si è potuta evitare l’ultima tragedia di sabato scorso che ha visto perdere la vita secondo le più recenti stime circa 800 persone.
“Chiediamo innanzitutto l’immediata ripristino dell’operazione Mare Nostrum – commenta Fornasari – per far si che il controllo delle frontiere non prevalichi sulla necessità di fornire assistenza e soccorso ai migranti”. Si spingono oltre Giuseppe Mori, coordinatore provinciale di Sel e Chiara Casella di Donne e uomini contro la guerra, che chiedono l’apertura di un corridoio umanitario con l’organizzazione di voli o traghetti dai paesi d’origine verso quelli europei per far fronte al dramma delle morti in mare. Essenziale poi – aggiunge Mori – porre un freno alle nuove forme di schiavismo e lavoro nero che i migranti incontrano una volta entrati in territorio italiano e su cui troppi speculano per ottenere profitto”.