«Si condividono i principi alla base della scelta di ricondurre alla gestione pubblica, in regime di accreditamento definitivo, l’intera offerta di Casa Residenza per Anziani all’interno dell’ex Pensionato Vittorio Emanuele di via Campagna». Amministrazione comunale e sindacati sono d’accordo, dunque, e alla fine, dopo qualche giorno di “gestazione” e dopo aver festeggiato la Pasqua di resurrezione, è arrivata anche la firma in calce al verbale della seduta del Comitato di Distretto Città di Piacenza che si è tenuta lo scorso 26 marzo aperta ai sindacati e ai rappresentanti dei lavoratori ad oggi impiegati al Vittorio Emanuele e che nell’ultimo periodo non stanno dormendo sonni tranquilli. Il dubbio è che quelli alle dipendenze delle cooperative attualmente accreditate possano perdere il posto alla luce della tanto discussa decisione del Comune, per iniziativa dell’assessore al Nuovo Welfare Stefano Cugini (Pd), di “ripubblicizzare” la gestione dei servizi per anziani all’interno della struttura di via Campagna. Motivo del riordino – imposto, peraltro, dalla Regione – è lo «spreco di risorse» che attualmente comporta la gestione mista dell’ospizio: una parte è in gestione all’Asp Città di Piacenza, quindi al “pubblico”, mentre l’altra è in gestione alle cooperative Coopselios e Aurora Domus, quindi al “privato”. Lo spreco, secondo il Comune (supportato da uno studio specifico, anche questo oggetto di illazioni e polemiche), è proprio la doppia gestione. Di qui la scelta – che tanto ha scaldato gli animi – di passare a una gestione totalmente pubblica. Il problema, a questo punto, sono i posti di lavoro. Un problema che tuttavia si somma a quello, altrettanto serio, delle pesanti perdite economiche derivanti dall’attuale gestione del servizio. Ed è qui che nelle scorse settimane si è aperto un fronte davvero caldo, con buona parte dell’opposizione in Consiglio comunale decisa a bocciare la scelta della Giunta di ripubblicizzare la gestione dei servizi per anziani ma anche con una serie di mal di pancia interni alla stessa maggioranza di centrosinistra e allo stesso Pd. C’è chi pensa che non rinnovare l’accreditamento alle cooperative il prossimo giugno sia una manovra per far rientrare nei giochi di un appalto decisamente ricco (40 milioni di euro in cinque anni) l’Unicoop e cioè la cooperativa perdente alla scorsa gara d’appalto per la gestione del Vittorio Emanuele; il cui direttore è Stefano Borotti, consigliere del Pd. Il quale però in un'intervista rilasciata a Piacenza24.com (leggila qui) respinge con forza questo tipo di attacco personale definendolo “complottismo” allo stato puro, privo di ogni fondamento e soprattutto scollegato dai reali problemi dell’Asp, realtà attualmente in perdita e che di conseguenza va necessariamente risanata.
Tutte questioni che i sindacati conoscono molto bene ed è per questa ragione che hanno fatto fronte comune (Cgil, Cisl e Uil) per condurre una partita difficilissima e ben lontana dall’essere risolta. Sono molti, al momento, i punti interrogativi; soprattutto con riferimento al futuro dei lavoratori che in questi anni hanno maturato esperienza all’interno della struttura per anziani. Il problema è che il passaggio dalla gestione mista, pubblico-privato, alla gestione totalmente pubblica imporrebbe l’apertura di un concorso (pubblico, per l’appunto, e allargato a tutto il territorio nazionale) per l’assunzione del personale. Ma ci sono anche altre vie da percorrere, ed è un punto sul quale si sono detti d’accordo Comune e sindacati: «Si concorda sulla necessità di un percorso che preveda, in successione, una nuova selezione pubblica tramite colloquio e assunzioni a tempo determinato nella fase del nuovo accreditamento provvisorio ad ASP Città di Piacenza, e assunzioni a tempo indeterminato nella successiva fase di accreditamento definitivo, prevedendo altresì, nell’ambito delle norme in materia, adeguati criteri per la valutazione della professionalità maturata a favore di anziani non autosufficienti. Le organizzazioni sindacali chiedono a questo proposito, per favorire la continuità assistenziale, una verifica congiunta sulle modalità di riconoscimento, consentite dalla legge vigente, del servizio prestato dal personale in ASP Città di Piacenza».
Si sta considerando, inoltre, di trasformare l’Asp (Azienda dei servizi alla persona) in Asc (Azienda dei servizi comunali). C’è un anno di tempo, dicono i sindacati, e cioè l’anno di accreditamento provvisorio all’Asp dopo il mancato rinnovo dell’accreditamento stesso alle cooperative; e se si riuscisse a passare all’Asc si potrebbe risolvere definitivamente il problema del reintegro del personale ad oggi in capo a Coopselios e Aurora Domus tramite le cosiddette assunzioni dirette. Ora non resta che attendere il consiglio comunale di domani nel quale ci si dovrà esprimere sulla delibera comunale che dà il via alla ripubblicizzazione del servizio agli anziani. E sarà una seduta di consiglio tutt’altro che rilassata.