Poetry Break: La Giornata Internazionale della Poesia e la primavera di Tagore

Poetry Break festeggia contemporaneamente due date importanti: la Giornata Internazionale della Poesia e l'arrivo della Primavera!

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La Giornata Internazionale della Poesia è stata istituita dall'UNESCO nel 1999 e da allora festeggiata e celebrata in tutto il mondo. Coincide con la prima giornata di Primavera, il 21 marzo, e forse non è un caso, perché la primavera è una rinascita, è nascere vuol dire guardare per la prima volta tutte le cose, un po' come fa il poeta, che per definizione torna sempre un po' bambino.

Una poesia che a noi sembrava celebrare tutte e due queste ricorrenze è una bellissima lirica di Tagore tratta dalla sua raccolta “Il giardiniere”

Chi sei tu, lettore, che leggerai le mie poesie
tra cento anni?
Non posso mandarti un solo fiore di questa ricca primavera,
né darti un solo raggio d’oro delle nuvole
che mi sovrastano.
Apri le tue porte, guardati intorno.
Nel tuo giardino in fiore cogli i fragranti ricordi
dei fiori sbocciati cento anni fa.
Nella gioia del tuo cuore che tu possa sentire
la vivente gioia che cantò, in un mattino di primavera,
mandando la sua voce lieta, attraverso cento anni.

Rabindranath Tagore

Tagore è una voce poetica fondamentale del novecento. Indiano di nascita ha studiato nel Regno Unito e poi tornato a Caltutta, dove ha composto le sue opere più importanti. E' stato il primo Premio Nobel per la Letteratura di origini asiatiche nel 1913 e ha saputo coniugare la cultura europea e quella indiana in modo mirabile. A differenza di Gandhi, che con la sua azione politica non violenta riuscì a scacciare gli inglesi, Tagore credeva nella conciliazione di tutte le culture e anche la sua poetica si contraddistingue per la sua delicatezza e la sua capacità di unire gli opposti.

Questa poesia in particolare invita a soffermarsi sul significato della poesia, sulla scia che lascia negli anni. Tagore viaggia con la mente nel futuro immaginandosi chi sia la persona che leggerà i suoi versi tra cent'anni. E sta parlando di me, di noi, che siamo qui a vivere con lui il suo presente, la sua bellissima primavera, immortalata come e meglio che con un'istantanea fotografica dalle sue parole. E' davvero un miracolo che lui l'abbia scritta e che noi la stiamo gustando con tutti i nostri sensi cogliendo la fragranza della primavera che lui ovviamente non ci può trasmettere uguale alla sua, ma ci invita a godere della nostra, a guardarci attorno con gioia per vivere il nostro momento.

A questa poesia non potevo non abbinare la canzone “Vorrei incontrarti tra cent'anni” cantata da Ron e da Tosca, vincitrice di un Sanremo nel 1996. “Come sarà il mondo tra cent'anni?”, si chiede Ron, così come Tagore, in fondo. Dove andranno a finire le nostre opere, i nostri pensieri? Forse la poesia ci può dare una risposta, con il suo mistero e la sua missione di eternare i nostri sentimenti, purché ci sia sempre un lettore.

Buona primavera e soprattutto Buona Poesia a tutti!