La crisi delle imprese artigiane piacentine: fatturato in calo del 7,5%

L’indagine trimestrale sull’andamento della congiuntura nell’industria manifatturiera ha evidenziato anche per il 4° Trimestre 2014 il permanere di una situazione di forte incertezza con dinamiche ancora tendenzialmente negative per i principali indicatori congiunturali presi in esame

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Industria. Nell’ultimo trimestre del 2014 le imprese piacentine del comparto dell’industria hanno segnalato una flessione della produzione pari ad 1 punto percentuale rispetto al corrispondente periodo del 2013. Il trend evidenzia una continuità con le tendenze negative già rilevate nei trimestri precedenti. Sono risultati in  calo pure il valore del fatturato (-1,7%) e degli ordinativi (-1,5%) anche se l’entità delle riduzioni è risultata inferiore a quelle riscontrate nel trimestre precedente. In ambito regionale e nazionale si riscontrano variazioni negative, ma gli andamenti risultano meno “pesanti” rispetto ai valori registrati a livello provinciale. Si conferma invece positiva, lievemente rallentata, l’attività commerciale verso i mercati esteri con il fatturato estero che risulta accresciuto del 1,4% e gli ordini esteri aumentati del 1,3%. La percentuale di utilizzo degli impianti rispetto alla massima capacità produttiva si è attestata a quota 80,8 ovvero lievemente al di sotto del livello ottenuto a livello regionale (82,2), ma meglio del dato nazionale (75,8). Diventa più consistente il periodo di produzione assicurato dal portafoglio ordini che risulta  pari a 12,4 settimane, in netto miglioramento rispetto ai dati riscontrati nei trimestri precedenti.

Artigianato. Risulta ancora molto pesante la situazione del settore Artigianato che  conferma, anche nell’ultimo  trimestre dell’anno, una situazione di grande difficoltà con dinamiche fortemente negative per tutte le principali variabili oggetto di indagine. Le imprese piacentine di questo comparto hanno registrato un picco negativo per quanto riguarda la produzione, risultata in calo del 7,2%, il fatturato e gli ordini  hanno accusato un forte arretramento, con riduzioni rispettivamente del 7,5% e del 7,4%. Anche in ambito regionale e nazionale le dinamiche sono tutte negative, ma decisamente più contenute nell’entità. Meno pesante la situazione registrata per gli ordini ed il fatturato estero che ricavano una flessione più contenuta rispetto alle dinamiche interne.

Costruzioni. Non si evidenziano segnali di cambiamento per le imprese piacentine che operano nel settore delle costruzioni e non si profila ancora la ripresa che si attende da tempo. I dati rilevati segnalano una riduzione del volume d’affari del 3,4%, meno intensa di quella registrata nel trimestre precedente quando aveva superato l’11%. Osservando i contesti territoriali più grandi rileviamo una modesta riduzione del volume d’affari in Emilia Romagna, dove  la variazione tendenziale registrata è del -1,8%, mentre il dato nazionale è risultato più “pesante” con una riduzione del 7,9%. Le previsioni espresse dalle imprese intervistate sembrano meno fosche che in passato, infatti meno del 30% prevede un ulteriore calo del proprio volume d’affari. Questa percentuale raggiunge quasi il 40% delle imprese in ambito regionale e supera il 45% a livello nazionale.

Commercio al dettaglio. Prosegue la fase negativa nel settore del commercio al dettaglio dove la dinamica delle vendite risulta ancora condizionata dalla ridotta propensione al consumo da parte delle famiglie. I comportamenti di spesa risentono sia della riduzione effettiva della capacità di spesa, sia della scarsa fiducia sulle prospettive di crescita. Le vendite in ambito locale  hanno segnato una riduzione del 2% rispetto allo stesso trimestre 2013 e ancora più pesanti sono le variazioni registrate in regione (-3%) e a livello nazionale (-3,8%). Migliorano le prospettive di vendita espresse dagli imprenditori intervistati: il 19,5%  ha previsto per il primo trimestre 2015 un aumento del volume delle vendite rispetto allo stesso trimestre del 2014, il 52% lo ha previsto sostanzialmente stabile ed è una percentuale del 27,7% ad attenderne un calo.