Botte e taser per rapinare tre giovani in tangenziale, arrestati due albanesi

Attimi di terrore per tre giovani amici, un marocchino di 18 anni, una ragazza piacentina di 19 e un macedone di 20 anni. Nella notte tra sabato e domenica scorsi i tre stavano viaggiando a bordo della loro auto lungo la tangenziale di Piacenza quando il conducente si è accorto che il paraurti si stava staccando: subito allora si è fermato in un’area di servizio e insieme all’amico è sceso dall’auto per controllare il danno. In quel momento è arrivata un’altra vettura con a bordo due uomini albanesi, S. P. di 33 e H. A. 25 anni. I due sono scesi e rivolgendosi alla coppia di amici hanno esclamato: “Vi siete resi conto di come ci avete sorpassato in maniera azzardata prima?”. I due amici hanno risposto di non essersi accorti di nulla, ma improvvisamente uno dei due albanesi ha sferrato una violentissima testata in pieno volto al 18enne causandogli una profonda ferita al sopracciglio per ben sette punti di sutura. L’altro, invece, ha estratto uno storditore elettrico, il cosiddetto taser, e ha cominciato a puntarlo contro il macedone 20enne che, vedendosi minacciato, ha cominciato a scappare. I due banditi allora si sono rivolti alla ragazza, che nel frattempo era rimasta a bordo dell’auto, cercando di farla scendere dall’abitacolo e tentando di strapparle la borsetta. “Poi ci prendiamo anche la macchina” hanno detto gli aggressori. In quel momento, però, i malviventi si sono accorti che uno degli aggrediti era al telefono con i carabinieri e hanno deciso di rinunciare alla rapina. Prima di fuggire, però, hanno scattato una foto alla targa della vettura dei tre amici, minacciandoli: “Adesso sappiamo che auto avete, se raccontate a qualcuno quello che è successo vi daremo la caccia”. Poi sono scappati.

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I carabinieri hanno raggiunto l’area di servizio dove hanno trovato i tre ragazzi aggrediti ad attenderli. Dopo aver raccolto la descrizione dell’auto dei due albanesi i militari dell’Arma hanno dato il via alle ricerche attivando il piano antirapina e mobilitando dunque ben quattro pattuglie da Fiorenzuola, Vernasca, Gropparello e Carpaneto. Intorno all’1,30 una gazzella ha notato l’auto ricercata ferma nel parcheggio di una discoteca di Cadeo. I militari si sono quindi radunati davanti al ballabile e, spiegando la situazione anche ai buttafuori, sono entrati nel locale: all’interno, in effetti, i due albanesi se la stavano spassando tra cocktail, chiacchiere e balli, con loro anche la fidanzata del 33enne, una ragazza rumena di 28 anni. I carabinieri hanno raggiunto i tre e li hanno condotti fuori, vicino alla loro auto parcheggiata, dove hanno cominciato a interrogare il gruppo cercando soprattutto il taser, prova schiacciante della loro colpevolezza. I due aggressori hanno negato fino all’ultimo e del taser nessuna traccia. A un certo punto, però, le forze dell’ordine hanno deciso di perquisire anche la borsetta della ragazza, nonostante fosse estranea ai fatti: nella borsa, guarda caso, era in effetti nascosto lo storditore elettrico, consegnato prudentemente alla giovane dai due malviventi intenzionati a liberarsi di ogni prova. Non solo, sul cellulare di uno dei due era presente anche la foto scattata alla targa dei tre aggrediti. Prove sufficienti: i due albanesi sono stati arrestati con l’accusa di lesioni aggravate, tentata rapina aggravata in concorso e porto abusivo di oggetti atti all’offesa. La ragazza è stata denunciata per porto abusivo di oggetti atti all’offesa e per aver coperto il fidanzato e l’amico. In particolare il 33enne è risultato avere una sfilza di precedenti penali proprio per violenze e aggressioni.