“Qualcuno si augura che Piacenza faccia una pessima figura a Expo 2015 per avere un pretesto in più per attaccare le istituzioni, Comune in testa”. E’ il commento che il sindaco Paolo Dosi ha “postato” sulla sua pagina facebook il giorno dopo la conferenza stampa dell’opposizione in consiglio comunale durante la quale la minoranza rappresentata da Tommaso Foti di Fratelli d’Italia, Filiberto Putzu di Forza Italia e Massimo Polledri della Lega Nord hanno attaccato duramente l’operato della giunta in vista di Expo 2015.
“Non vedo marketing territoriale, non vedo studi previsionali sull'afflusso di turisti, ne sull'indotto economico per la città. Lavorando in questo modo, temo si andrà verso un insuccesso. Manca il progetto e una cabina di regia come testimonia la trattativa con Trenitalia per l'introduzione dei treni veloci Piacenza-Milano” ha detto Putzu.
“Non vedo né su Internet né sui media, né altrove sponsorizzazione dei nostri migliori prodotti. Più che i fondi, mancano le idee” ha rincarato Polledri.
“Il vero problema è che abbiamo tutti gli elementi di un'orchestra ma manca il direttore. Abbiamo già speso due milioni di euro senza riuscire ad organizzare una mostra all'altezza di quelle offerte in altre città e se andiamo avanti così non possiamo più credere che Expo possa risolvere il problema di visibilità della nostra città” ha concluso Foti.
Oggi arriva la risposta del sindaco Paolo Dosi, affidata ai social network: “È proprio vero che siamo un popolo di commissari della nazionale. In questi giorni, con due mesi di anticipo sull'inizio, qualcuno ha già sentenziato che la partecipazione piacentina ad Expo 2015 è un fallimento. Occorreva ben altro, abbiamo avuto un approccio dilettantistico, assomigliamo ad una fiera di campagna…. Più che previsioni, mi sembrano auspici. Qualcuno si augura che Piacenza faccia una pessima figura per avere un pretesto in più per attaccare le istituzioni, Comune in testa. E purtroppo la memoria non viene in aiuto, essendo sempre poco coltivata. Sembra di risentire le previsioni (auspici?) di fallimento dell'adunata nazionale degli alpini del 2013: non abbiamo la capacità di gestire una manifestazione di quella portata, saremo invasi da barbari ubriaconi, la sporcizia e il disordine si impadroniranno della città…. Poi sono arrivati gli Alpini. Quelli veri e non quelli immaginati. La differenza, rispetto all'Adunata, è che in quella occasione avevamo termini di paragone, precedenti. Questa è un'occasione unica, che non ha precedenti per noi, e che mai più rivedremo. Io sarei più prudente prima di sparare sentenze. E, per quel che mi riguarda, il primo bilancio lo farò a partire dal prossimo 1 novembre, quando tutto sarà finito”.