Tassa di soggiorno, Dosi: “Può garantire 150 – 200mila euro all’anno”

Dopo tante polemiche, ora a intervenire sulla proposta di istituire una tassa di soggiorno per chi si reca nella nostra città è stato il sindaco Paolo Dosi che ha tenuto a precisare a come la giunta sia arrivata a discutere il progetto. La tassa, ha sottolineato, è solo una delle tante proposte in via di valutazione, per reperire risorse utili a chiudere un bilancio che vede un buco di 7 milioni e 600mila euro. Così, l'obolo che potrebbe essere chiesto ai turisti o comunque a chi soggiorna a Piacenza, sarebbe utile, in piccola parte, ad assicurare entrate al Comune per almeno 150-200mila euro all'anno.

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L'intervento del sindaco: "Le tante considerazioni apparse in questi giorni sulla stampa e sui social network intorno al tema "tassa di soggiorno" richiedono a mio avviso un minimo di approfondimento e un supplemento di chiarezza. La discussione nasce da un confronto che abbiamo chiesto con la maggioranza consiliare per presentare un ventaglio di proposte utili a chiudere il difficile bilancio 2015.

Il dato di partenza è inquietante e perentorio: dobbiamo trovare 7.600.000 euro (settemilioniseicentomila euro). Credo non sia mai capitato a nessuna precedente amministrazione il compito di reperire una cifra simile necessaria per chiudere il bilancio.
Il secondo dato si riferisce all'impegno di approvare il bilancio senza aumentare le imposte locali e conservando la qualità dei servizi alla persona.
Quindi: dove andare a trovare le risorse? Abbiamo presentato alla maggioranza una serie di numerose proposte (ripeto e sottolineo: proposte! Non decisioni già prese…) all'interno delle quali scegliere le voci che porterebbero a raggiungere il pareggio di bilancio. Alla maggioranza abbiamo lasciato due settimane di riflessione, utili a suggerirci delle scelte, a individuare priorità, a proporre alternative. 
All'interno del ventaglio di proposte è contenuta anche l'introduzione della Tassa di soggiorno che, secondo le presenze degli ultimi anni, potrebbe corrispondere ad un importo di 150/200mila euro annui.  Le coincidenze hanno voluto che l'incontro di maggioranza fosse convocato nello stesso giorno in cui è stata annunciata la chiusura (ci auguriamo brevissima) dell'hotel Roma. Chiusura ventilata nei mesi precedenti, per la quale abbiamo cercato di intervenire con discrezione, nel rispetto di trattative che comunque riguardavano soggetti privati. 
Circa le motivazioni che ci hanno condotto ad ipotizzare l'introduzione della Tassa di soggiorno, già è stato detto. Non mi risulta che i turisti o i convegnisti scelgano una città in cui permanere sulla base della presenza o meno di questa tassa, soprattutto se di importo estremamente contenuto e modulabile sulla base di alcune condizioni di esenzione che possono essere previste. Peraltro non mi risulta nemmeno, nel confronto con dati omogenei, che ci siano località che abbiano conosciuto un decremento di presenze in conseguenza dell'introduzione di questa imposta. Inoltre, il ricavato delle entrate derivate dalla Tassa di soggiorno,  sarebbe destinato a sostenere il sistema turistico locale.
In ogni caso, ripeto, questa è una proposta che abbiamo sottoposto a valutazione, con una precisazione ben chiara: l'obiettivo principale non è l'introduzione di una nuova tassa, ma l'approvazione del bilancio, per il quale occorrono 7 milioni 600 mila euro. Che tradotto significa: possiamo benissimo evitare di introdurre la tassa di soggiorno, basta sapere quali altri strumenti dobbiamo utilizzare per chiudere il bilancio. I suggerimenti, naturalmente, sono sempre graditi".

Paolo Dosi, sindaco di Piacenza