Prima udienza e primo rinvio nell'ambito del processo d'Appello che vede imputato l'ispettore di polizia Caludio Anastasio, condannato a Piacenza a vent'anni di reclusione per spaccio di stupefacenti mentre era a capo della sezione narcotici della Squadra mobile della Questura piacentina. Sentenza pesantissima contro la quale Anastasio – unico dei sei poliziotti piacentini finiti in manette nell'aprile di due anni a scegliere il processo con rito ordinario e quindi senza sconti di pena, convinto della sua innocenza – ha fatto ricorso appellandosi ai giudici di secondo grado. Questa mattina alle 9 è iniziata la prima udienza e Anastasio – attualmente ai domiciliari – era presente con il suo avvocato Roberto D'Errico del Foro di Bologna. Processo formalmente iniziato ma subito rinviato all'udienza del 12 febbraio alle 11 del mattino.
Ricordiamo che Claudio Anastasio era stato arrestato dai carabinieri nell'ambito di un'inchiesta condotta dal Nucleo investigativo e coordinata dal pm Michela Versini che aveva portato alla luce, secondo le risultanze processuali (che tuttavia vengono contestate con forza da tutti gli imputati), un giro di spaccio di cocaina che arrivava a Piacenza, e in particolare a un pensionate considerato un boss locale dello smercio di droga, per tramite degli stessi poliziotti della sezione narcotici. Una situazione complessa e articolata, al limite tra la gestione degli informatori e il contrasto allo spaccio, hanno sempre sostenuto gli agenti implicati. Il tribunale di Piacenza ha tuttavia accolto le richieste del pubblico ministero in tutti i filoni giudiziari nati dall'inchiesta principale. Condanne pesanti a tutti gli imputati e in particolare proprio ad Anastasio, unico – lo ripetiamo – che ha scelto il rito ordinario ovvero senza lo sconto di un terzo della pena eventualmente comminata. Una scelta dettata dalla convinzione della sua innocenza. Convinzione che proverà a dimostrare ora nel secondo grado di giudizio a Bologna.