A Poetry Break Ottavio Torresendi e la Spoon River Piacentina

Lo scrittore e poeta piacentino Ottavio Torresendi, ospite a Poetry Break domenica primo febbraio, ci ha portato nel mondo evocativo di una Piacenza antica e misteriosa della raccolta di scritti che lo vedono tra gli autori. Si tratta del volume “L’Antologia del Fiume Po. Una Spoon River piacentina”, a cura di Gabriele Dadati e Giovanni Battista Menzani, Edizioni Gutemberg.

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Esplicitamente riferito all'opera di Edgar Lee Master, il volume, che annovera diciassette autori nati all'ombra del Gotico, è una raccolta di brevi scritti, anche poetici, ispirati a un cimitero clandestino sorto in riva al Po nei primi anni dell’Ottocento in seguito all’editto napoleonico di Saint Cloud, nascosto ai vivi e dimenticato dalle generazioni successive. Nel volume, scritto con la stessa struttura di Spoon River, vive ( anzi…dorme in pace) un mondo di personaggi di tutti i tipi: mercanti, truffatori, pescatori di frodo, bracconieri, guardie e soldati, ladri e matrone del periodo, ognuno tratteggiato in modo fantastico e evocativo dagli autori piacentini. Il tutto corredato da foto dell'epoca e da “falsi” digitali d'autore che ne rendono piacevolissima la lettura.

Nato da una scommessa tra amici in riva al fiume è un'opera originalissima che coniuga cultura e piacentinità.

A presentarlo per primo (ma contiamo di avere presto ospiti i curatori e altri autori) Ottavio Torresendi, membro come me del gruppo di scrittori “Volatori Rapidi” che negi anni si è distinto per la partecipazione, spesso con ottimi risultati, a concorsi letterari di qualità. Suoi componimenti sono presenti nelle raccolte “365” di Delos Book e ha vinto concorsi letterari nazionali. Come poeta scrive liriche d'amore ed è particolarmente specializzato nell'invenzione di Haiku, le brevi poesie giapponesi dedicate alla natura anche se la sua specializzazione sono le storie e le poesie che parlano di problemi concreti della società di oggi, della disoccupazione, delle problematiche italiane e non solo, tanto che tra gli amici è soprannominato “social writer”

In questa antologia propone una lirica ispirata a un mestiere antichissimo e dimenticato, il calafatore di barche. Da internet ho cercato il significato “ Il calafataggio è una tecnica di impermeabilizzazione dello scafo in legno, eseguita dal mastrocalafatore. Essa crea una giunzione tra le tavole del fasciame in grado di reggere il mare e resistere nel tempo”

Un mestiere che forse ricordavano i nostri nonni, descritto in questa bella poesia, dedicata alla tomba di un ignoto artigiano delle barche del Po.

Ecco la poesia, letta dallo stesso Ottavio.

 

Il Calafatore di Barche

Calafatare le barche non è un lavoro dignitoso.

Costruire le barche, farle navigare, ti da dignità.

Condurle nelle anse che il Po disegna verso il delta, a caccia di anatre, ti da dignità.

Gettare dalla prua le reti, sperando in una pesca fortunata , ti da dignità.

Calafatarle no!

E’ tutta colpa della pece, puzzolente, bollente , appiccicosa che usi.

Un odore immondo, penetrante, che assomiglia all’inferno.

Alla fine la barca è impermeabile, ma un po’ lo diventi anche tu, alla vita.

La gente ti evita.

Le donne ti evitano.

Ti additano e dicono –E’ quello che usa la malabestia-.

Con quella spingi la canapa, impregnata e  sudicia di pece, in mezzo ad ogni tavola.

Riempi ogni fessura nella barca, ma si aprono crepe nella tua solitudine.

Bevi, alla fine bevi, con la scusa del sudore, della fatica, del sole cocente o del freddo penetrante.

Bevi anche quando non hai scuse.

Nel vuoto della tua vita il vino è meglio della pece.

Nel calderone fumante e bollente, ubriaco e svenuto, alla fine ci sono entrato anch’io, insieme agli stracci di canapa.

Mi hanno seppellito così, nel mio bozzolo nero e solido.

Il mio destino : impermeabile alla vita, impermeabile alla morte.

 

(Artemio Barbieri

10 Agosto 1808 -12 Novembre 1848

Seppellito a San Nazaro –PC-

Calafatore di barche)

 

Ottavio Torresendi

 

A questa lirica non ho potuto fare a meno di abbinare un brano del grande Fabrizio De André che, lesse Spoon Rivera diciotto anni, scelse nove poesie dall'intera raccolta e, con la collaborazione del Premio Oscar Nicola Piovani scrisse nove canzoni nell'album "Non al denaro non all'amore né al cielo", liberamente tratto dall'Antologia di Spoon River”.  

Complimenti agli ideatori e agli autori: Emanuela Albanese, Gabriella Brunini, Brunello Buonocore, Paola Cerri, Gabriele Dadati, Melania Dadati, Chiara Ferrari, Marco Ferrari, Domenico Ferrari Cesena, Patricia Ferro, Paolo Garetti, Piera Marchioni, Giovanni Battista Menzani, Manuela Merli, Marco Murgia, Claudio Sesenna, Barbara Tagliaferri, Ottavio Torresendi, Fabrizio Tummolillo.

Un'altra bella prova poetica della nostra bella città!

Alla prossima!