Nella quinta puntata di Poetry Break, Rita mi ha chiesto di portare qualcosa di mio. Ho deciso di partire dalla mia prima raccolta di poesie, che ho pubblicato dopo anni in cui le tenevo nel cassetto, incerta se espormi o no, se condividere con gli altri i miei sentimenti. Poi un giorno ho deciso di uscire dalla mia riservatezza e questo libro ne è il risultato.
“Come la luna di giorno come la luna di notte” è un’opera a cui sono legatissima, che mi ha dato molte soddisfazioni, tra le quali la vincita di un premio al Concorso Internazionale Città di Cattolica, rassegna di cui successivamente sono diventata giurata, presieduta dal Presidente Onorario del Premio Bancarella Giuseppe Benelli. Grazie a questo libro e a questo concorso sono entrata in contatto con l’Associazione Pegasus di Cattolica, di cui faccio parte da anni, che organizza prestigiosi premi e rassegne internazionali. Devo ringraziare di cuore il poeta e scrittore Roberto Sarra, presidente dell’associazione, che mi ha coinvolto in tante avventure letterarie legate alla poesia in tutta Italia e non solo.
Il libro parla di amore e di luna. Ho sempre amato questa compagna misteriosa delle nostre notti, come tanti poeti del passato e del presente, e mi sono persa tante volte nella sua contemplazione. In tanti poi mi hanno sempre detto che ho la testa sulla luna… Io l’ho ricollegata tante volte all’amore. Nella prefazione del mio primo libro di poesie ho cercato di spiegare questo accostamento.
Questa è una storia d’amore.
Una storia scritta in cielo e in terra, di giorno e di
notte, nella realtà e nella fantasia.
L’amore ha le sue fasi.
Il suo nascere è inspiegabile eppure ciclico: non sente
ragioni, procede da sé e si prende il suo spazio e la
sua luce.
Si espande e si contrae.
Riappare e scompare… e riappare.
Come la luna.
E questa è la poesia che ho scelto di leggere in radio, che non era allora rivolta ad un amore concreto, ma a una speranza, la speranza che l’amore arrivasse, perché l’amore è un dono, è difficile e prezioso, e a volte sembra che sulla terra non arrivi. E forse bisogna andarselo a prendere sulla luna…
Ti aspetto sulla luna
Se mi cerchi
ti aspetto sulla luna.
Distenderò
lenzuola d’argento
e preparerò dolci
di rose e di miele.
Lascia il passato
e le sue maglie
di ferro,
falle indossare
ad un altro.
Rendimi nuova
come una figlia
di Diana.
Dammi un nome
che nessuno
ha mai avuto prima.
Voglio la luna.
La chiederò
alle streghe bianche
e agli elfi dei sogni
e se mi cerchi
ti aspetto là.
A questa poesia ho pensato di abbinare una canzone che cantava Frank Sinatra, che si intitola Fly me to the moon, Fammi volare sulla luna. E’ una canzone degli anni cinquanta, anni difficili in cui però tutto sembrava forse più facile, persino l’amore. “Sei tutto ciò che ho sempre atteso, Tutto ciò che venero e adoro, In altre parole, per favore fa che sia vero, In altre parole… ti amo!”
Un ringraziamento particolare a Rita che da questa puntata mi ha lasciato da sola nella conduzione. Grazie per aver creduto in questa scommessa. E grazie al mio compagno Corrado, che mi ha raggiunto sulla luna, quando pensavo che forse aspettavo qualcuno che non esisteva…
Alla prossima!!!