Provincia: “Gestione profughi inaccettabile, più responsabilità dai sindaci”

 La questione profughi nel Piacentino è tornata d’attualità e dopo aver segnalato come da tempo, nei cassetti della Prefettura e delle amministrazioni locali, fosse pronto un piano di redistribuzione in base al numero degli abitanti, ora a scendere in campo è la Provincia. 
Il piano, lo ricordiamo, permetterebbe di sgravare il capoluogo di molte presenze (da 189 a 84), così come alcuni Comuni che hanno sopportato in questi mesi uno sforzo maggiore alle proprie possibilità (gli esempi più evidenti sono Coli, con 9 unità rispetto a 1 e Pontedellolio, con 15 unità rispetto alle 4 previste). Sforzi che, finora, altri Comuni non hanno fatto, benché più attrezzati. Eclatanti i casi di Castelsangiovanni e Fiorenzuola, cittadine che non hanno nessun profugo a carico (gliene spetterebbero, secondo il piano, 11 e 13). I tre a Fiorenzuola, infatti, sono ospitati dalla parrocchia.  

Radio Sound

D’altronde, un appello ad un maggiore impegno dei sindaci era arrivato persino dal prefetto Anna Palombi, nei giorni scorsi ospite di Radio Sound, che aveva detto: “Abbiamo l’obbligo di accettarli. Sono contraria a tenere un numero così alto di profughi solo a Piacenza. Andrebbero distribuiti in maniera equa, ma devo ammettere che non ho trovato collaborazione da parte dei Comuni della provincia. Almeno non da parte di tutti. A parte Piacenza, Coli, Pontedellolio e Calendasco, dagli altri niente. Quattro sindaci su 48 è molto poco”. E aveva aggiunto: “Io non ho mai chiesto strutture ai sindaci, ho chiesto ai privati che posseggono strutture di farsi avanti e ai cittadini che vogliono e possono dare una mano. Possono aiutare i Comuni a rimettere a posto le strade, fare lavori eccetera”. 

E così, su questa linea e affinché non si crei un altro caso Caratta, con la notizia dell’arrivo di una ventina di profughi in una frazione di Gossolengo di circa venticinque residente – che aveva scatenato il panico e addirittura portato all’incendio doloso della struttura che avrebbe dovuto ospitarli – il presidente della Provincia Francesco Rolleri ha convocato per mercoledì 3 novembre una riunione in via Garibaldi con tutti i soggetti interessati. Prima di tutto, appunto, i primi cittadini del territorio: “Come ente pensiamo che sia nostro dovere svolgere un’attività di coordinamento, o almeno provare a farlo. Vorremmo avviare un percorso comune, anche in base al piano di redistribuzione in base al numero degli abitanti. Qualcosa si muove, insomma, e la linea sembra tracciata, nonostante le resistenze di alcuni sindaci: “Ci proviamo e vediamo il risultato, quel che è certo è che l’attuale tipo di gestione non può essere accettabile.. Questo mi sembra pacifico”. Nel mirino, anche se il presidente della Provincia non si è voluto sbilanciare, vi sarebbe la distribuzione dei profughi in base ai bandi rivolti ai privati che, se sono stati utili nel periodo dell’emergenza, trovano sempre maggiori controindicazioni per una gestione dei richiedenti asilo sul lungo periodo: “Ne dovremo parlare con la prefettura, però dall’altro lato, noi come sindaci, dobbiamo dare una maggiore disponibilità”.

La nota del consigliere regionale Matteo Rancan della Lega Nord: “Se per il presidente Rolleri tutti sono chiamati a fare la propria parte nell’accoglienza dei cosiddetti ‘profughi’, inizi a dare il buon esempio e li accolga in casa propria. Fino a che un solo piacentino non avrà casa o lavoro siamo indisponibili a importare povertà”. A dirlo è il neoeletto consigliere regionale leghista Matteo Rancan, all’indomani dell’appello ai Comuni del presidente della Provincia relativo all’accoglienza.  “Il piano profughi è rimasto lettera morta. Premesso che contestiamo anche la stessa esistenza di un programma di ‘riparto’ dei clandestini, il fatto che non sia neanche stato attuato dimostra come l’accoglienza sia caotica e svincolata da regole. Gli invii di immigrati sono calati dall’alto, nella compiacenza di molte amministrazioni a marca Pd, e ai cittadini viene imposta una inaccettabile convivenza forzata”. “L’accoglienza si dimostra un business per pochi, tra cui le onnipresenti cooperative, e sta degenerando in caos”. Per Rancan è quindi fondamentale “dare segnali forti”, per “frenare questa spirale di assistenzialismo sfrenato nei confronti  degli ultimi arrivati che sta discriminando la nostra gente e prosciugando risorse pubbliche”. “Siamo pronti a disobbedire. Alloggi e aiuti noi li diamo ai nostri
cittadini, non ai clandestini”.

La nota di Fabio Callori di Forza Italia: "Le dichiarazioni del presidente della Provincia Rolleri, che chiede maggiore responsabilità ai sindaci dei nostri Comuni, sono inaccettabili. La vicenda San Damiano, come quella altrettanto importante di Caratta, dimostrano la mancanza di una gestione del territorio proprio da parte della Provincia. I sopralluoghi effettuati dalla Prefettura, senza avvisare i primi cittadini interessati delle vicende, sono atti di grave mancanza di rispetto proprio nei confronti di chi ha responsabilità dirette nei confronti dei propri cittadini. Il neo eletto presidente Rolleri ben dovrebbe essere consapevole dei problemi in cui versano i Comuni, e che impediscono di fatto la possibilità di prendere in carico i profughi. Dalla Provincia ci si aspetterebbe una difesa dei Comuni e un fermo "no" alle decisioni prese dall'alto da Governo e Prefettura. I sindaci non possono e non devono essere costretti ogni volta a subire decisioni prese da chi è lontano dai reali problemi del territorio e farsene carico a proprie spese. Invece di convocare i sindaci, Rolleri farebbe bene a dichiarare la propria contrarietà a simili progetti, aiutando i Comuni e certo non incrementandone i problemi di sicurezza".