Katia Tarasconi e Gianluigi Molinari hanno presentato ufficialmente le loro candidature alle Regionali del prossimo 23 novembre per il Partito democratico. La grinta è la caratteristica che li contraddistingue e li accomuna ed è anche lo slogan scelto per una campagna elettorale tutta incentrata sulla necessità di cambiamento. «Un cambiamento reale e concreto – dicono subito, a mo’ di biglietto da visita – grazie alla forza delle idee e dell’impegno di chi ha sempre lavorato insieme condividendo obiettivi e modo di rapportarsi ai cittadini e alla politica».
Una coppia affiatata e non di facciata, dunque, in cui convivono profili diversi ma estremamente compatibili e in grado di “coprire” le esigenze e i bisogni di un intero territorio che dovrà essere rappresentato a Bologna, in Regione, dove si decide per tutti i territori dell’Emilia-Romagna e dove sinora Piacenza ha avuto un ruolo che definirlo di secondo piano è un eufemismo.
Profili diversi ma più che mai compatibili, dunque.
Katia Tarasconi, 40 anni, mamma di due bambini, imprenditrice, si è formata negli Stati Uniti dove ha studiato e di cui ha preso la cittadinanza, e attualmente è assessore al Commercio del Comune di Piacenza. Gian Luigi Molinari, 43 anni, anch’egli papà, è invece più legato al territorio grazie alla sua lunga (nonostante l’età) esperienza da amministratore: è stato sindaco di Vernasca, presidente della Comunità montana e oggi è il segretario provinciale del Pd.
«La nostra candidatura è il punto di arrivo di un percorso iniziato insieme ormai più di cinque anni fa, lavorando a stretto contatto l’uno con l’altra circondati da un gruppo di persone sempre più vasto che ci ha sostenuto e ci sta sostenendo – spiegano i candidati – Ma è anche il punto di partenza per cambiare la Regione in meglio e per fare in modo che Piacenza conti sempre di più».
Una presentazione semplice e diretta quella di oggi, com’è lo stile dei candidati, organizzata nel point elettorale (o “Punto Idee”, come è stato ribattezzato) in pieno centro a Piacenza, al 36 di Corso Vittorio Emanuele, che verrà inaugurato ufficialmente domenica 26 ottobre alle 18. Candidati e giornalisti seduti allo stesso tavolo in una sorta di conversazione che fin da subito, a di là dei fronzoli elettorali, è andata dritta al sodo toccando temi concreti, idee programmatiche, progetti da realizzare.
E su come realizzarli Gian Luigi Molinari ha messo subito le cose in chiaro: «I prossimi anni saranno difficili e determinanti per il futuro del nostro territorio. Piacenza è una provincia di confine e se continuerà a rimanere ai margini mantenendo un atteggiamento di sudditanza, finirà col perdere tutto quello che ha. Noi ci siamo e ci mettiamo in gioco per cambiarla, questa Regione. E per farlo non abbiamo certo in mente idee faraoniche che alla fine resterebbero lettera morta ma progetti chiari, precisi e fattibili, sui quali ci impegneremo mettendoci la faccia e garantendone l’attuazione dall’inizio alla fine».
Qualche esempio? Il primo lo fa Katia Tarasconi e riguarda uno dei temi cruciali degli ultimi anni e cioè la semplificazione: «L’eccesso di burocrazia – spiega – è una piaga che affligge i cittadini e gli imprenditori ad ogni livello. Eppure la Regione, che è il luogo dove si legifera anche in questo settore, a nostro avviso è andata nella direzione opposta rispetto all’esigenza di sburocratizzazione. La nostra intenzione è quella di ridurre realmente e drasticamente i passaggi burocratici applicando il modello che abbiamo adottato con successo a Piacenza dove, con lo sportello Quic, abbiamo cambiato il volto dell’anagrafe cittadina passando da tempi di attesa di un’ora e venti a cittadino a tre minuti».
Anche Molinari porta un esempio concreto che riguarda un tema di grande attualità, soprattutto in questi giorni: il dissesto idrogeologico e la viabilità nei comuni della provincia: «Chi vive nel territorio, soprattutto nei Comuni del nostro appennino – dice Molinari – conosce sulla sua pelle l’importanza di avere una rete stradale adeguata e sa quanto sia importante la solidità del terreno per evitare che accada ciò che, ad esempio, è accaduto con la recente ondata di maltempo. La nostra intenzione è quella di effettuare interventi mirati alla prevenzione di certe situazioni e non di mettere delle pezze a disastri avvenuti».