Si è svolto questa mattina a Milano un congresso interregionale del sindacato UGL che ha visto coinvolte le realtà regionali di Lombardia, Piemonte, Friuli ed Emilia-Romagna che si sono ritrovate sotto lo slogan, diventato anche hashtag, #tuttodacapo.
Anche il simbolo della manifestazione è eloquente, una corda annodata che rappresenta i mille nodi da sciogliere ma anche la coesione, l’ unità, che ci deve essere tra regioni diverse ma affini, vicine dal punto di vista territoriale, come quelle che hanno partecipato all’ incontro di oggi, svoltosi all’ Auditorium Gaber del Pirellone.
Tullia Bevilacqua, piacentina, e Segretario Regionale UGL Emilia Romagna, ai nostri microfoni ha spiegato le ragioni di questo incontro, nato in un momento in cui “si parla di crisi del sindacato, compreso il nostro – dice Bevilacqua – e nel quale è necessario di lanciare alcune idee su cui aprire un confronto costruttivo. Le discussioni in questo momento sono sterili, abbiamo bisogno di ripartire, abbiamo bisogno che sindacati e imprese facciano la loro parte, uniti per trovare una linea comune che dia risposta alla fame di lavoro che c’è oggi”.
Sull’ articolo 18, Bevilacqua pensa che “In questa fase non c’era bisogno di aumentare i problemi che già ci sono in Italia con questa questione che potrebbe essere accantonata. Non è con l’ abrogazione o la modifica dell’ articolo 18 che si risolvono i problemi, non è con quello che si aumenta la produttività e si rimette in moto l’ economia.
A mio avviso è una battaglia di bandiera di Renzi il quale poteva tentare di aumentare le tutele invece di togliere, poteva tentare di dare alle imprese la possibilità di assumere detassando il lavoro”.
Le idee per far ripartire il lavoro arrivano anche da Piacenza e dall’ Emilia-Romagna, regione che si trova indubbiamente in una situazione di crisi ma che ha sofferto un po’ meno di altre regioni italiane.
Queste idee partono dal presupposto che occorra una nuova politica economica, che non veda le liberalizzazioni come un modo per uscire dalla crisi.
L' azione di rilancio dovrebbe basarsi sull' apertura di nuovi sbocchi commerciali per i prodotti made in Italy, con la creazione di joint-ventures tra imprese italiane e straniere, un nuovo piano energetico nazionale, l' abbassamento delle tasse sul lavoro e la detassazione degli investimenti sulla cultura, unitamente a una privatizzazione della gestione dei beni culturali pur mantenendo ben salda la mano pubblica.
Questi sono solo alcuni dei punti sui quali è stata articolata la discussione di oggi e da questi si deve ripartire per dare nuovo slancio al Paese.
La crisi c’è e si fa sentire anche a livello politico: “Il dato che a Piacenza i partecipanti alle primarie del Pd siano sensibilmente calati – dice ancora Bevilacqua – dà il senso di come la gente sia in crisi.
Ormai nessuno crede più nella politica e questo è il momento di dare una svolta, magari anche candidando una donna alla presidenza di una regione come la nostra, visto che storicamente non c’è mai stata una presidente donna in Emilia Romagna.
Dall’ Emilia Romagna e da Piacenza è arrivato il segnale politico importante di quanto sia necessario il cambiamento”.