Pertite, trovato amianto. La ditta ha rinunciato ai lavori di bonifica

 Torna d’attualità la zona della Pertite, perché si è verificato l’ennesimo stop dei lavori di bonifica dell’area militare per la quale il Comitato “Bosco in città” chiede da anni la riconversione in parco pubblico. La ditta che aveva in appalto il recupero della zona ha deciso di rinunciare, pare a causa del ritrovamento di una certa quantità di amianto e ora sarà necessario riaprire un nuovo bando da parte del Ministero. Lo ha confermato l’assessore Silvio Bisotti: “Le ragioni nel dettaglio non siamo in grado di darle, però la società ha comunicato nei giorni scorsi al sindaco di aver rinunciato a continuare i lavori. E’ stata una valutazione differente nei confronti dell’autorità militare per il proseguimento dei lavori”. 

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Ora, nonostante la bocciatura dell'emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle in Consiglio Comunale, che chiedeva di modificare la tavola del Rue indicando come verde pubblico l'area Pertite per garantirne la destinazione definitiva, sono ripresi in Comune gli incontri tra l'amministrazione e il Comitato. 
Nei prossimi giorni è previsto anche che l’assessore Bisotti torni a Roma per sollecitare la convocazione di un tavolo tecnico, promesso da tempo, per discutere delle aree militari di Piacenza e pare abbia chiesto all’associazione di preparare una relazione da presentare al Ministero su motivazioni, obiettivi e dati tecnici alla base della richiesta e ha messo a disposizione l'archivio del Comune che sta collaborando per la stesura di questo documento.      
Bisotti, inoltre, sembra che stia portando avanti con forza l’intenzione dell'amministrazione di impegnarsi per privilegiare la questione Pertite rispetto alle altre aree. 
L’aspetto che però preoccupa il Comitato è arrivato dalla bonifica. Come detto, non sono buone le notizie su questo fronte. Sarà necessaria, infatti, la riapertura di un nuovo bando con un aumento dell'investimento ma il Ministero (al quale spetta la procedura) ha fatto sapere che per il momento non è nelle sue possibilità affrontare un aggravio della spesa. I tempi perciò, nonostante l’impegno degli attivisti e del Comune, sembrano destinati ad allungarsi ulteriormente.