La manifattura rialza la testa, preoccupa meccanica. “Mercato interno debole”

Qualche dato incoraggiante c’è, ma che non basta assolutamente a capire se l’uscita dalla crisi sia un percorso già imboccato dalle imprese piacentine come da quelle italiane. È una fotografia ancora a luci e ombre quella scattata dall’indagine congiunturale di Confindustria Piacenza della nostra economia riferita al primo semestre 2014. Un report più che affidabile dal momento che si basa su un campione di aziende per un totale di 9mila addetti e un fatturato di 3 miliardi di euro.
È il +2,48% di fatturato totale sul manifatturiero, per la prima volta positivo dopo due rilevazioni consecutive negative nel 2013, a regalare un sorriso importante ai vertici di Confindustria, presenti con il presidente Emilio Bolzoni e il direttore Cesare Betti. Un risultato che è il frutto di due dati in controtendenza: un mercato interno che non cresce 0,33%, che pure segna una debole inversione di tendenza rispetto al passato; e un export che ancora fa da traino con il suo 5,65%.
Da applausi invece la performance del settore alimentare con un fatturato totale del 7,42% e un export con il 13,30%. Bene soprattutto i settori vitivinicoli e quello caseario. “Il settore alimentare piacentino sta imparando a lavorare su un raggio più ampio con percentuali di esportazioni rilevanti. Devo riconoscere che si sta facendo un ottimo lavoro in vista di Expo 2015”.
Bene anche il risultato dei materiali edili al 9,52%. “Partivamo da dati molto negativi, per cui questo incremento va preso con le molle – hanno detto Bolzoni e Betti – tuttavia è un dato che prendiamo con piacere nell’auspicio che duri. Insomma, sta rialzando la testa”.
Il dato dell’occupazione al + 0,43%, lievemente positivo, mentre un pò preoccupa la meccanica interna, settore leader per la nostra provincia, con il – 2,71%. Un dato negativo che sconta la continua flessione anche del mercato più importante, quello tedesco (al pari di quelli di paesi della vecchia Europa).
Il vero nodo da risolvere è quello legato al mercato interno “che si deve rialzare al più presto. Un’azienda non può avere un grande export se non ha un solido mercato interno. È qui che bisogna lavorare”.
I provvedimenti che Confindustria chiede al governo per rilanciare l’economia sono sempre i soliti, mai risolti: meno burocrazia, giustizia efficiente, mercato lavoro adeguatamente elastico, investimenti a medio termine in istruzione. Non da ultimo una questione molto sentita, che rappresenta ancora una ferita aperta: il ritardo con cui lo Stato paga i suoi debiti nei confronti delle imprese, “una ferita ancora aperta” da cui però Bolzoni scagiona Comune e Provincia che sono “buoni pagatori”. Per il futuro il presidente di Confindustria Piacenza si è comunque detto ottimista sul fatto che certi problemi possano essere risolti, “a patto che si inizi a farlo il prima possibile. Insomma, si può fare” ha concluso.

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