Si potrà dire di tutto, non che Carlo Pallavicini sia uno che non fa discutere. Dopo la sua assenza in Consiglio comunale durante il voto notturno sul bilancio previsionale del Comune (giovedì scorso), il giovane consigliere comunale di Sinistra per Piacenza è in rotta con il partito che l’ha lanciato nel panorama politico piacentino, Rifondazione comunista. Da mesi ormai le sue posizioni e i suoi comportamenti, in special modo lo strenuo appoggio ai facchini dei Sì Cobas che manifestano contro l’Ikea, hanno provocato una evidente frattura tra il principale partito della coalizione, il Partito Democratico, e Rifondazione del segretario David Santi che ha in Pallavicini il suo portacolori in aula e nell’assessore Luigi Rabuffi il suo rappresentante in giunta. Proprio per effetto di questo scollamento, ora la poltrona di Rabuffi, già scricchiolante nei mesi scorsi, ora traballa più che mai. Nel Pd infatti sono sempre più convinti che si possa andare avanti anche senza l’appoggio di Rifondazione. Si dice infatti che il sindaco Paolo Dosi si sia convinto che siano maturi i tempi per procedere a quel “rimpastino” tanto agognato da una larga fetta Pd: fuori dalla giunta Rabuffi e dentro un altro assessore Pd oppure dei Moderati, il gruppo che in aula cota Roberto Colla e Lucia Rocchi. Per ora – in attesa degli attesi chiarimenti sull’asse Pd-Prc – queste solo delle indiscrezioni che circolano a Palazzo Mercanti. Decisamente più reale il fatto che la permanenza nella maggioranza di Pallavicini sia appesa a un filo. A metterla in discussione sarebbe la stessa Rifondazione che, per evitare lo strappo in giunta e salvare così Rabuffi, sarebbe pronta a “sfiduciare” il “delfino” cresciuto nella cantera di Montanari e Mainardi. Gli indizi ci sono tutti: primo, da diverso tempo Pallavicini non è più iscritto a Rifondazione; secondo, egli rifiuta categoricamente l’etichetta di “consigliere di Rifondazione” per farsi inquadrare nell’area di Sinistra per Piacenza (quella nata con la fusione di Prc, Sel e Psi). Nei prossimi giorni la sua posizione sarà al centro di una riunione tra i segretari della sinistra.