Prosegue in consiglio comunale la discussione sul bilancio pluriennale che ha visto a inizio seduta il divampare della lite, già latente lunedì pomeriggio, tra i componenti della maggioranza Carlo Pallavicini (Prc) e Michele Bricchi (Pd). A far scatenare la rabbia di quest'ultimo alcune espressioni adottate da Pallavicini ("cupola" nel caso specifico) per individuare il gruppo di consiglieri democratici che, a suo dire, gestirebbe il controllo sugli appalti al polo logistico e che sarebbe alla base delle tensioni di questi mesi davanti ai cancelli Ikea. I due non si sono risparmiati invettive reciproche che potrebbero avere anche un seguito giudiziale. Il dibattito nel merito del bilancio ha visto invece in apertura le critiche all'operato dell'amministrazione da parte del leghista Massimo Polledri soprattutto in tema di sicurezza. Quanto al welfare, pur giudicando di eccellenza il privato sociale nella nostra città, ha fatto presente come il drenaggio di risorse pubbliche sia riservato a una fetta della popolazione troppo ristretta. "Ed è qui che si nascondono troppi meccanismi di furbizia da parte di utenti" ha rilevato. "È una manovra ormai all'osso" ha poi detto Tommaso Foti (Fratelli Italia). Il quale ha messo in discussione le partecipazioni del Comune in Iren e in Seta su cui ha chiesto "scelte radicali". Ed ha poi aggiunto: "Il nostro sistema di welfare non riuscirà a tenere botta alle dinamiche di invecchiamento della popolazione e all'aumento della popolazione extracomunitaria che si colloca in fasce di reddito basse". Sull'operato dei vigili urbani, in queste settimane nell'occhio del ciclone, Foti ha caldeggiato una "ristrutturazione" del Corpo nell'ottica delle deleghe che sono via via mutate nel tempo. Il consigliere di Fratelli d'Italia si è inoltre augurato che venga predisposto un concorso per individuare un nuovo comandante che sostituisca Renza Malchiodi. Di diverso tenore l'intervento di Stefano Borotti (Pd) che ha lodato l'impianto del bilancio sul fronte del welfare senza tuttavia nascondere le criticità cui bisognerà far fronte nell'immediato futuro. "Un'amministrazione di centrosinistra non taglia sul welfare e noi su questo non abbiamo arretrato. Ma se si vuole anche essere riformisti, il welfare non va solo finanziato, ma anche cambiato. I Welfare non è difesa di chi gestisce i servizi, soggetti pubblici o privati che siano. Il welfare si rivolge a tutti ed è una delle condizioni strutturali di cui ha bisogno una società moderna per assicurare benessere a tutti. Un servizio di nido d'infanzia non risponde solo al bisogno del bambino, ma anche della famiglia e delle donne e uomini che la compongono. C'è bisogno di soggetti pubblici, collettivi, di una comunità. Urge un welfare organizzato". Se in futuro non ci dovessero essere tutte le risorse per finanziare questo welfare, "spero che si possa agire presto e bene perché di tempo non ce ne è tanto". Alcune considerazioni le ha fatte anche il sindaco Paolo Dosi. Per il primo cittadino i rilievi mossi dalle opposizioni sono invece i punti di svolta dell'amministrazione. "Alle condizioni date questa amministrazione sta cercando di rispondere a un momento di difficoltà senza precedenti. Il Psc lento? Forse siamo in ritardo, ma noi lo abbiamo approvato. Non sarà un libro dei sogni, ma un documento concreto che ha trovato il plauso di tutte le categorie economiche". Sul welfare ha dato ragione a Borotti sulla necessità di revisionare il tema. "Ad esso abbiamo dedicato un terzo del bilancio perché i bisogni crescono a dismisura". Tra le criticità anche le difficoltà di ricambio nell'ente. "Vogliamo pensare a un nuovo sistema di welfare e ci stiamo interrogando su come affrontare le difficoltà. La polemica degli assegni di cura? È vero, una fascia, quella C, è stata sospesa. Non siamo riusciti a far capire che però su altre fasce, A e B, ne abbiamo istituiti altri". Dosi ha quindi fatto un appello, ha parlato di un confronto "vivace e ruvido" con i sindacati. "Sulle scelte serve più corresponsabilità, non possiamo solo essere bersaglio di critiche. Forse bisognerebbe anche essere propositivi". Sulla messa in discussione da parte di Foti delle partecipazioni del Comune negli enti, soprattutto quella in Iren, Dosi ha aperto al dibattito e agli approfondimenti anche se "in questo momento, a fronte dei benefici di cui godiamo, fatico a vedere un disimpegno". Sulla corresponsabilità delle scelte, si è chiamato fuori il movimento 5 Stelle con Mirta Qualgiaroli: "Noi non abbiamo mai condiviso le vostre scelte". Sono 56 gli emendamenti al bilancio presentati dai consiglieri, la stragrande maggioranza dei quali portano la firma di esponenti dell'opposizione: ben 19 sono di Fratelli d'Italia, una decina delle Lega Nord, altri dieci da Piacenza Viva e Lista Sveglia, 4 da Forza Italia, 7 dal Movimento 5 Stelle. Tre invece quelli presentati dal Partito Democratico.