Ancora una volta, in Medio Oriente assistiamo ad una drammatica spirale di violenza innescata dal ritrovamento dei corpi dei tre studenti israeliani scomparsi nei Territori e dalla ritorsione contro un ragazzino palestinese, bruciato vivo. In una drammatica coincidenza di date – nel centesimo anniversario dell’attentato di Sarajevo che fece scoppiare il primo conflitto mondiale, a 19 anni dal massacro di Srebrenica – due gravissimi atti di aggressione sono diventati il detonatore di una deflagrazione devastante nella striscia di Gaza, dove in un quotidiano stillicidio di morte si contano le vittime soprattutto tra la popolazione civile, senza risparmiare i bambini.
Non solo la pace si sta allontanando sempre di più, ma va affermandosi la pericolosa convinzione che in ciascuno dei due campi l'altro sia sempre e soltanto un nemico, in un contesto già segnato da processi di radicalizzazione estremistica: lo scontro sciiti-sunniti in Iraq, la guerra in Siria, la posizione sempre più drastica della Jihad Islamica rispetto ad Hamas.
In questo scenario la Comunità internazionale, in primis l'Unione Europea, non può rimanere inerme ma deve sentire la responsabilità morale e politica di prendere in mano la situazione promuovendo un negoziato vero tra le parti, uscendo dall'attendismo che da troppo tempo la caratterizza. L'Italia, in virtù della presidenza di turno dell’Ue, deve svolgere un ruolo di guida per “cambiare verso” anche nella politica estera in Medio Oriente, evitando in tutti i modi una soluzione militare del conflitto. L'unica pace possibile è un accordo che riconosca i diritti di Palestina e Israele, favorendo la convivenza e il dialogo.
Cosa può fare, di fronte all’enormità di questa situazione, un ente locale? Da anni, ormai, il Comune di Piacenza sostiene le attività del Tavolo della Pace insieme alle Amministrazioni di Bobbio, Gragnano Trebbiense, Pontenure, Gossolengo, Fiorenzuola d'Arda, Rivergaro e Podenzano, coinvolgendo soprattutto i giovani in percorsi di educazione e sensibilizzazione.
Un primo segnale di attenzione, rispetto a un tema che può essere percepito come lontano dai nostri concittadini, può essere l’esposizione della bandiera della pace, ma credo che abbia particolare significato organizzare, insieme al mondo del volontariato e dell'associazionismo, la partecipazione alla ventesima edizione della marcia Perugia-Assisi che si svolgerà il 19 ottobre prossimo. Questo cammino di fraternità solidale sarà una tappa importante della campagna di mobilitazione lanciata nel nostro Paese a sostegno del processo avviato dall’Onu per riconoscere ufficialmente la pace, a un secolo di distanza dallo scoppio della prima guerra mondiale, quale diritto fondamentale della persona e dei popoli.
Partecipare alla Perugia-Assisi è un'esperienza che lascia il segno, posso testimoniarlo personalmente avendo preso parte, in passato, a diverse edizioni. E’ un momento che va vissuto e preparato come un percorso formazione individuale e di crescita ideale. Questo vale soprattutto per i giovani, chiamati a diventare cittadini del mondo sempre più consapevoli del valore della pace e della solidarietà. Invito tutti, cittadini, istituzioni, amministratori, insegnanti, studenti, mondo del volontariato a partecipare alla Marcia insieme al Comune di Piacenza, che promuoverà una presenza organizzata della nostra comunità a questo grande evento a favore della pace e dell'umanità.