Impianto biomasse a Bettola, Coldiretti ribadisce la sua contrarità

 Sulla questione dell’impianto a biomasse di Bettola, la posizione di contrarietà di Coldiretti, già chiaramente espressa lo scorso anno dal presidente Luigi Bisi, non è mai cambiata. Coldiretti oggi come allora è contraria a progetti calati dall’alto senza condivisione e non integrati nella realtà locale.
“In questo caso, afferma il Segretario di Zona Riccardo Piras, il nostro non è mai stato un no ideologico a ciò che è “nuovo”, è un no articolato sulla base di una riflessione: noi non siamo contrari all’utilizzo delle biomasse legnose per la produzione di energia, siamo contrari ai progetti non sostenibili che non ci danno rassicurazioni sulla fonte di approvvigionamento di ciò che l’impianto stesso va a bruciare. Se il fabbisogno dell’impianto sembra essere maggiore dell’offerta della vallata, è lecito il sospetto che la materia prima combustibile possa arrivare da lontano, facendo venir meno quell’iniziale promessa di ricaduta economica sul territorio e sulle aziende agroforestali”.
Nelle fasi di richiesta di autorizzazione, ricorso, controricorso, ecc., Coldiretti, pur rappresentando gli interessi delle aziende agricole del territorio, non ha mai avuto voce in capitolo: non viene sentita ne viene invitata alla Conferenza dei Servizi o a qualunque altro tavolo decisionale o consultivo. “E’ giusto che sia così, afferma il Presidente della sezione locale Ugo Agnelli, perché qui dovrebbe entrare in gioco la politica: questa è la sua veste naturale, quella di chi è stato eletto per rappresentare le istanze di tutti i cittadini ai tavoli istituzionali. La popolazione di Bettola non ha in mano le carte e ufficialmente, nell’ultimo anno, si è saputo ben poco di questa partita, a parte quello che è stato scritto sui giornali. Non abbiamo mai avuto la fortuna di confrontarci col proponente e non abbiamo idea se al progetto, in questi mesi, siano state apportate modifiche, se siano cambiate le priorità o le “presunte” fonti di approvvigionamento dell’impianto.”
“Se la Regione Emilia Romagna, l’Amministrazione Provinciale e la Comunità Montana, prosegue Agnelli, sono favorevoli o contrari all’iniziativa sarebbe auspicabile che, in un’ottica di trasparenza, esprimessero apertamente la propria volontà circa la realizzazione dell'impianto. Lo stesso discorso vale anche per le opposizioni politiche che, dall’interno dei vari consigli, ci assordano col proprio silenzio. Questi e altri Enti, coinvolti a vario titolo nella vicenda, seguono delle dinamiche che niente hanno a che fare con la funzione e l’operatività di Coldiretti e che da essa prescindono.” 
“Noi, continuano i due, purtroppo non abbiamo la possibilità di intervenire direttamente in processi autorizzativi come questi in cui, tra l’altro, le autorità non sono obbligate a tenere in considerazione la volontà della popolazione residente; possiamo aiutare i nostri associati a capire meglio i pro e i contro del progetto, ribadendo l’inutilità e i rischi dell’impianto, criticando un’operazione che ad oggi ha un’utilità privata e scarica tutte le esternalità negative sulle attività agricole e sulla popolazione residente. Facciamo tutto questo parlando con le persone, raccogliendo le firme per sensibilizzare le Istituzioni, intervenendo a dibattiti pubblici o in assemblee, ma non possiamo e non vogliamo in nessun modo sostituirci alla politica. Siamo stati, fin dalla sua origine, i sostenitori di Natural Valley e dei suoi principi ispiratori: le nostre prese di posizione nei confronti delle grandi multinazionali della biotecnologia e dell’agroalimentare, dovrebbero aiutare i nostri interlocutori a capire che Coldiretti non svende gli interessi dei propri associati per un finto (o fatuo) sviluppo economico.”
“Facciamo un appello alla politica, insistono i due, affinché si renda conto di non avere, probabilmente, in questa fase storica il seguito della popolazione bettolese, un appello affinché faccia qualcosa per ricucire questo scollamento, riprendendo in mano il proprio importantissimo ruolo.”

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