Disturbi del comportamento alimentare: un serata informativa per riflettere. L'unità operativa di Nutrizione clinica dell'Ausl di Piacenza, in collaborazione con l'associazione Puntoeacapo Onlus, organizza per giovedì 17 luglio alle ore 20.30 presso il Daturi di Piacenza la proiezione del film documentario di Ilaria De Laurentiis e Raffaele Brunetti "Ciò che mi nutre mi distrugge".
E' l'occasione per conoscere il disagio giovanile sul delicato tema di disturbi del comportamento alimentare. Prima e dopo la proiezione, armonie sotto le stelle con le note di Mauro Sbuttoni.
Ingresso gratuito
Il film si sviluppa nell’arco di un anno, si raccontano i percorsi di cura di 4 pazienti, l’evoluzione del disturbo, le sconfitte subite e i traguardi raggiunti in una malattia difficile da combattere. Le storie delle 4 pazienti costituiscono l’asse portante della struttura narrativa e il luogo sono le sedute di psicoterapia. L’accesso alle sedute è un’occasione unica per far luce su un tema altrimenti molto difficile da raccontare nella sua reale essenza. La camera registra le storie, gli scontri, i ricordi, le sensazioni, i sentimenti, nel momento in cui si svelano alle persone stesse, nel momento in cui vengono tirate fuori dal profondo. Vediamo le persone cambiare, crollare, sperare di nuovo, curare e curarsi. Sentiamo il male profondo, lo vediamo uscire, manifestarsi o lo sentiamo nascondersi, rifugiarsi.
Il terapeuta provoca la discussione, aiuta i pazienti ad esprimersi, li aiuta ad aprirsi, a capirsi, anche quando fa male. Attraverso il confronto tra linguaggio verbale e linguaggio non verbale si costruisce la drammaticità del film si scopre quello che si nasconde dietro i gesti, si svela quello che le parole da sole non potrebbero mai dire.
In alcuni casi la paziente è sola di fronte al terapista, altre volte insieme alla famiglia. La tensione è forte, alle spalle ci sono giorni passati in silenzio tra le mura domestiche, senza riuscire a comunicare. Qui lentamente si abbattono quelle barriere che prima sembravano invalicabili e tra dolore e speranza si riapre il dialogo. L’espressione del disagio, localizzata nella distorta percezione del corpo e nel rapporto col cibo, mostra le sue radici. Gli autori del film, dal loro osservatorio privilegiato, registrano quelle parole mai dette, intercettano quegli sguardi mai scambiati.