Daniela Ronda, cantastorie piacentino noto da tempo oltre i confini della nostra provincia, si è esibito domenica sera, 6 luglio, a Settima con una performance “speciale”.Come lui stesso ha ricordato dal palco allestito in occasione della “festa della carne” organizzata dall’ANSPI di Settima, “qui c’è una delle basi importanti mie e del mio gruppo perché proprio a poca distanza da qui c’è la casa di mia nonna dove ho trascorso tanto tempo in passato ed ancora oggi è un riferimento per me”Nonna e mamma presenti non senza emozione particolare al concerto e citate da uno dei brani che ha sempre il potere di fermare per un attimo il respiro “E se mi scordassi gli occhi di mia nonna, e le parole con cui mi ha cresciuto, sicuramente non sarei lo stesso uomo, sicuramente non sarei neanche un uomo.”Circa 1.500 le persone che hanno affollato ogni spazio disponibile a fianco della Chiesa della frazione di Gossolengo con un folto gruppo di fan storici e recenti di Ronda accalcati contro il palco a cantare senza interruzione ogni frase delle canzoni; Daniele che più volte ha zittito sé stesso ed anche gli strumenti per lasciare spazio al grande coro estemporaneo del “suo” pubblico . Via con i classici del suo repertorio con l’aggiunta dei brani dell’ultimo album “La Rivoluzione” che si piazza ottimamente nella classifica dei più venduti in Italia.Particolare anche la reinterpretazione di “Bella ciao” in piacentino, con lo struggente matrimonio tra voce e fisarmonica. Atmosfera magica per le versioni più acustiche con pianoforte e voce che riescono a valorizzare i testi sempre coinvolgenti di Ronda che ha saputo completare la magia notturna con la sua innata capacità di interpretazione: delicatezza e forza espressiva che sanno coniugarsi in un immutato transfer emotivo. Non capita spesso dalle nostre parti di assistere ad un assedio finale come quello al nostro Daniele a fine concerto; giovanissimi ma non solo che hanno aspettato con pazienza il loro turno per la foto di rito e tanti abbracci, mentre proprio la nonna che con il tipico pudore della nostra gente, se ne stava in disparte in attesa di celebrare silenziosamente questo suo nipote cresciuto tanto e non solo in altezza. Daniele, inoltre, racconta a Settima dell’emozione delle ultime settimane nel cantare in piacentino al grande concerto del 1° maggio a Roma ma ancor più nello stadio di S. Siro per introdurre il concerto di Ligabue: “Tra l’altro non ero nel pieno delle forze e tutti loro (Liga & Company) sono stati disponibili come mai e questo mi ha aiutato ad affrontare un impegno che lascia il segno, altroché se lo lascia…” Ambasciatore indiscusso della nostra terra e dei nostri modi di sentire che ha avuto il coraggio di appoggiarsi sul nostro dialetto per raccontare storie di tutti i giorni; colori e sfumature che solo le parole sorte dalla terra ed intrise del sudore possono fari rinascere come d’incanto ogni volta.Soddisfatti oltre ogni attesa gli organizzatori: “Era una scommessa giudicata azzardata portare il concerto di Ronda nel nostro paese, ma i risultati ci gratificano per tutti gli sforzi compiuti”, conclude Oreste Guglielmetti, anima della manifestazione.