Ogni rivoluzione, in politica, si sfoga negli annunci ma viene presto smorzata dalla realtà dei fatti. E' il caso, o così pare, dei propositi espressi dal nuovo segretario comunale, Vincenzo Filippini, che durante la sua presentazione al fianco del sindaco Paolo Dosi ha parlato della possibilità di "aumentare il lavoro nelle commissioni e di ridurre i tempi di intervento in consiglio fino a un terzo, ad esempio 10 minuti a testa anziché 30". Il tutto, ha precisato, pensando anche ad una riduzione consistente del numero dei consigli comunali: "A Savona, da dove vengo, in un anno ne hanno convocati 9, qui a Piacenza ben 44. Ho già seguito tre consigli , durante i quali è stata approvata una sola delibera – ha detto Filippini – e ciò non mi pare vada nella direzione chiesta dai cittadini”.
Buoni propositi che, però, si scontreranno con i tempi della politica. Se è vero, infatti, che la discussione su una revisione del regolamento è già in corso in una commissione ad hoc – e prevede proprio i punti sollevati dal neo segretario comunale – è vero anche che qualsiasi modifica sarà operativa solo dal prossimo mandato, cioè fra circa tre anni.
Lo ha spiegato Daniel Negri, capogruppo del Pd in consiglio: "E' in corso una revisione del regolamento, su tempi di intervento e riduzione dei consigli. Però, vista la profondità di revisione, avrà i suoi tempi ed entrerà in vigore nel prossimo mandato. In genere, quando sono state fatte delle consistenti variazioni di regolamento, si è sempre proceduto in questo modo". E nel merito ha invece aggiunto: "Sono d'accordo per una maggiore efficienza , però c'è da dire che la riduzione dei tempi di intervento è uno strumento più a tutela della minoranza".
D'accordo, seppur con riserva, su quanto proposto dal segretario comunale, si è detto anche il consigliere del Movimento 5 Stelle, Andrea Gabbiani: "Lavorare di più in commissione per arrivare preparati in consiglio potrebbe essere un'idea, però in commissione è successo spesso che venissero approvate modifiche e che in consiglio emergessero delle lacune, facendo tornare il testo in commissione. Comunque sono d'accordo sulla stretta sui tempi: mezz'ora di intervento a consigliere è davvero troppo. Purtroppo, però, ogni modifica entrerà in vigore dal prossimo mandato. Questo è un classico della politica, che vuole fare ma con risultati tardivi".
Si è invece rivolto direttamente al segretario comunale Filippini, il consigliere di Piacenza Viva, Marco Colosimo, per chiedergli di precisare le sue affermazioni: "Vorrei evidenziare che nelle tre sedute in cui ha partecipato al consiglio, se è stata approvata solo una delibera la colpa è della giunta che non ha portato nulla, non dei consiglieri. Noi discutiamo di mozioni, interrogazioni e interpellanze, che spesso sono sollecitazioni che provengono dai cittadini che ci hanno eletto. Per quanto riguarda i tempi, sono d'accordo ad un regolamento europeista, con tempi più corti e meno discorsi. Mi da solo fastidio che si faccia passare il concetto che il consiglio si riunisce solo per fare cassa, e mi aspetto precisazioni da parte del segretario". Rispetto, poi, all'entrata in vigore delle modifiche al regolamento, Colosimo ha ricordato che "sono le solite logiche della vecchia politica, di un regolamento fatto da persone che hanno fatto il loro tempo. Sono poche le persone che usufruiscono di tutto il tempo a disposizione, forse servirebbe più rigore da parte del presidente del consiglio per far rispettare il tema che si tratta e non dilungarsi su diversi temi all'interno di un'ordine del giorno". Mentre sul maggior utilizzo delle commissioni è tornato ad attaccare la maggioranza: "Vogliamo più commissioni? Che si convochino, però vengono riunite quando al giunta ha qualcosa in mano. E la giunta Dosi sono due anni che non ha niente da proporre".
Chi invece si è detto contrario all'accorciamento dei tempi di intervento e, seppur con dei distinguo, alla maggior valorizzazione delle commissioni a discapito dei consigli, sono Tommaso Foti di Fratelli d'Italia e Filiberto Putzu di Forza Italia.
Per Foti "ognuno deve avere il suo ruolo. Il compito di redigere il regolamento è del consiglio comunale. Ma non penso che la limitazione del temo sia essenziale al fine dell'approvazione di più delibere. La commissione, poi, per come è stata interpretata a Piacenza non ha quei poteri e quelle funzioni istruttorie approfondite come da altre parti. Del resto l'articolo relativo alla costituzione in sede redigente è stato utilizzato pochissimo. Per cui, nell'autonomia del consiglio, decida il consiglio. Il segretario neo arrivato esprime le sue valutazioni ma che il consiglio decida nella sua autonomia". Mentre sul fatto che le modifiche potranno entrare in vigore solo nel prossimo mandato, ha tenuto a precisare che "non è vero lo preveda una norma di legge, però potrebbe essere una captatio benevolentiae, cioè ci si accorda perché non si sa chi vincerà e le nuove regole prenderanno il via per tutti in quel momento. Il tema, però, non è la durata ma la qualità degli interventi e la preparazione degli assessori a rispondere. Non da ultimo l'opportunità dei dirigenti che se esprimono pareri, che abbiano più cura rispetto al diritto che all'appartenenza politica".
Infine, da ultimo solo per la propria radicale contrarietà alle proposte del segretario comunale, il consigliere Putzu: "Pur apprezzando la posizione la ritengo errata. Perché è il consiglio che deve deliberare. Noi faremmo l'esatto contrario, visto che le commissioni incidono di più economicamente rispetto ai consigli (70 euro il gettone di presenza in commissione, 90 in consiglio, ndr), rispetto alla rilevanza della discussione. Se poi si dice che in consiglio si discutono argomenti di scarsa rilevanza, questa è un'accusa che va indirizzata all'amministrazione, che si caratterizza per il suo tranquillo andare avanti senza contenuti. Questo deve aver percepito il neo segretario. Le commissioni, inoltre, sono calendarizzate durante la settimana in orario di lavoro e non hanno valenza, hanno solo parere consuntivo. Per questo io dico: più consigli e meno commissioni".