“Quando verrò a sapere dove abita la andrò a trovare con la mia pistola”. E’ solo una delle presunte minacce che una 40enne piacentina sarebbe stata costretta a subire dall’ex marito 45enne, accusato di atti persecutori (stalking) dopo che la donna aveva deciso di troncare la loro relazione durata per 18 anni.
La vicenda è approdata questa mattina (3 giugno) in tribunale davanti al giudice Italo Ghitti che ha ascoltato la testimonianza della vittima. I fatti sarebbero avvenuti dopo il 31 luglio del 2013, giorno in cui la donna aveva deciso dopo mesi piuttosto tormentati, di troncare la relazione abbandonando il tetto coniugale. Da quel momento il marito (difeso dall’avvocato Zaira De Biase), sempre secondo l’accusa, avrebbe iniziato a perseguitarla. All’inizio con pressanti telefonate e messaggi sul cellulare. Poi, in maniera sempre più pressante con pedinamenti, appostamenti anche sul luogo di lavoro. “Mi offendeva, mi accusava di averlo abbandonato. Si è presentato più volte anche sul mio posto di lavoro” ha dichiarato la donna che ha ammesso di aver avuto crisi isteriche e di essere stata seguita anche da un medico. “Io avrei voluto chiudere la storia in maniera tranquilla, ma non è stato possibile. E’ umiliante sapere di aver dato 18 anni della tua vita a una persona e di essere trattata come un oggetto”. La donna aveva presentato due denunce alla polizia Municipale (che ha eseguito le indagini), una ad agosto e l’altra a settembre del 2013. “Non uscivo più di casa, avevo paura. Fui costretta anche ad abbandonare il posto di lavoro perché spesso me lo trovavo lì”.