Una lettera per chiedere il rimpasto del cda della Fondazione, un cambio di rotta rispetto al passato. E anche se nella missiva non si fanno nomi, si chiedono in buona sostanza le dimissioni di un esponente storico della Fondazione di Piacenza e Vigevano come Beniamino Anselmi. La notizia, circolata in queste ore, sembra indicare l’inizio forse di una resa dei conti. A firmarla un gruppo nutrito di consiglieri del Consiglio generale dell’ente di via Sant’Eufemia, ben 17 sui 25 totali. Le polemiche di questi ultimi giorni legate alla situazione patrimoniale della Fondazione con particolare riferimento a una serie di investimenti messi in atto nella passata gestione hanno prodotto dunque questo stato di tensione con Anselmi sostanzialmente messo all’angolo. Tra le operazioni che avrebbero pesantemente indebolito il patrimonio dell’ente (svariati milioni di euro) c’è l’ormai famigerato investimento in Banca Monte, più volte oggetto di accesi dibattiti anche in Consiglio comunale.
Il nome del banchiere piacentino, considerato dai più il vero deus ex machina del consiglio di amministrazione, non solo rappresenta la continuità con la discussa gestione della presidenza Marazzi, ma ha per l’appunto sempre fatto registrare intorno a sé vibranti polemiche fin dalla decisione del nuovo presidente Francesco Scaravaggi, quasi due anni or sono, di confermarlo nel cda nel ruolo di vicepresidente vicario. Adesso, con l’ente sempre più nell’occhio del ciclone, la decisione della maggioranza del Consiglio di chiedere a Scaravaggi, tramite lettera, di rivedere la composizione del Consiglio d'amministrazione. Molto complessa, in queste condizioni, apparirebbe una eventuale operazione di salvataggio. Non è escluso infatti che, proprio a fronte di questa lettera, lo stesso Anselmi decida di sua spontanea volontà di dimettersi.