“Questo Pd ha fatto come la Juventus. Ha stravinto. Per gli altri, come il centrodestra, davvero le briciole”. Se lo lascia scappare il segretario Gianluigi Molinari, scatenando la bonaria ira dell’amico Roberto Reggi, tifoso fiorentino. Ma nel clima di festa generale del giorno dopo il voto tutto era lecito. Il cambio di marcia del Partito Democratico continua “e va a gonfie vele”. “Da noi sono arrivate le proposte, le idee; dagli altri gli insulti e la ricerca continua dello scontro che non paga a livello elettorale. Il nostro è il vero centrosinistra progressista e moderato”.
Accanto a Molinari e al sottosegretario Reggi c’erano doversi componenti della nuova segreteria: Giorgia Buscarini, Katia Tarasconi, Christian Fiazza, Carlo Berra, Andrea Tagliaferri e Loris Caragnano. È il giorno della celebrazione.
Quel 41,28% a livello provinciale è dolcissimo, ma addirittura di più lo è quel 45,40% ottenuto in città “che infonde energia alla giunta Dosi e che lo deve indurre ad andare avanti a lavorare gettando il cuore oltre l’ostacolo”.
“Dal Partito Democratico una proposta di serietà – ha proseguito Molinari –
Siamo al 41,28 un risultato incredibile non solo dal punto di vista percentuale. I voti in termini assoluti sono 57.500, il vero dato importante. Abbiamo dimostrato di lavorare su un crescente consenso da parte degli elettori. Questo risultato ci dà una grande responsabilità anche nelle scelte europee. È emerso un dato anche fortemente critico verso l’Europa che noi cercheremo di cambiare. Il risultato di un’impostazione mentale già iniziato nel 2013 quando abbiamo visto la fine del tunnel. Un risultato che premia anche a livello locale tutti i volontari. Questo è il primo round in attesa delle amministrative che ci danno la possibilità di lavorare con un entusiasmo diverso cercando anche di migliorare. Una via moderata di centrosinistra che non sia una via urlatrice è possibile”.
Raggiante anche il sottosegretario Reggi: “Dopo le primarie con Bersani, qualche tempo fa, Renzi dichiarò: quando inizieremo a parlare con la gente porteremo il partito al 40%. Una previsione che si è avverata, che legittima l’azione di governo. La direzione presa in questi due mesi di governo è quella giusta. Ci sentiamo molto responsabilizzati. Partiremo con le riforme, ma rafforzando il sistema educativo. Un risultato che ci incoraggia a proseguire con forza. A livello europeo fa diventare Renzi un perno in Europa, l’unico leader che ha veramente vinto con il Pd. Sarà il riferimento fondamentale per la Germania nella costruzione di un’Europa politica. Il Pd partito principale nel Pse, come Italia potremo contare di più”.
Sull’onda del successo Tagliaferri ha elencato le preferenze (In ordine: Moretti, Kyenge, Dall’Olio, Zoffoli etc) che dimostrano “come il vecchio e stabilimento del partito sia crollato, segno del cambiamento”. E di vittoria “dei nativi del Pd” ha parlato Carlo Berra. Giorgia Buscarini, nativa Pd, ha detto: “Ho 33 anni e nel 1994 ne avevo 13: sono stati 20 anni duri. Ho letto una frase di Renzi che mi è piaciuta molto: Le nostre idee contro i loro insulti. Raccoglie il contenuto di questi voti. Italiani e piacentini non si sono arresi”.
Fiazza e Tarasconi si sono concentrati su quel 45% ottenuto in città, “segno che questa classe dirigente sta operando molto bene. Chissà magari alle prossime arriviamo al 51%”.