La Provincia di Piacenza ha deciso di trasferire gli uffici collocati al Palazzo dell'Agricoltura di via Colombo nella sede centrale di Palazzo Garibaldi. Una scelta dettata dalla volontà di risparmiare i 240mila euro di affitto versati fino ad oggi al Consorzio Agrario. Ed effettivamente i dipendenti provinciali di via Colombo hanno ritenuto saggia questa decisione pur comportando per loro una maggiore difficoltà dal punto di vista logistico. Ma da un recente intervento pubblico del presidente Massimo Trespidi hanno appreso che lo spostamento sarà in realtà parziale, comportando il trasferimento di circa 30 lavoratori, mentre a Palazzo dell'Agricoltura rimarrà una decina di dipendenti, per i quali la Provincia continuerà a pagare un affitto di circa 20mila euro all'anno. Questo ha comportato un cambio di veduta da parte di alcuni impiegati che esprimono disappunto per questo smembramento degli uffici. Alcuni lavoratori del Servizio Agricoltura avanzano infatti una serie di perplessità. In primis contestano lo smembramento degli uffici che, secondo loro, comporterà numerosi disagi per i cittadini: "Giudichiamo incomprensibile e contraddittoria la volontà di mantenere una parte degli uffici presso la sede attuale continuando a pagare un affitto, seppur ridotto, pur essendovi disponibilità di locali a costo zero a Palazzo Garibaldi" spiega il portavoce dei dipendenti Maurizio Lottici. "Non sarebbe meglio utilizzare questi 20mila euro per regolarizzare i lavoratori precari?".
"Altro motivo di disappunto il fatto che il presidente Trespidi abbia comunicato questa decisione agli organi di informazione prima ancora che ai dipendenti e alle loro rappresentanze. Senza contare che la Provincia ha preso questa decisione di concerto con le associazioni di categoria alle quali però non compete la collocazione degli uffici pubblici. Sono stati indetti tavoli di confronto né conosciuti né riconosciuti da noi dipendenti".
Uno smembramento che risulta preoccupante soprattutto considerato il periodo di incertezza che vivono gli enti provinciali: "Sarebbe importante mantenere l'unitarietà del Servizio Agricoltura in un quadro incerto di ridisegno istituzionale per contrastare lo smantellamento dei servizi pubblici, a favore di privatizzazioni che privilegiano i soggetti forti sul mercato a scapito della piccola e media imprenditoria agricola. Inoltre temiamo che questa riorganizzazione sia la premessa per un trasferimento di funzioni che potrebbero essere affidate, per quanto ne sappiamo, anche ad enti privati, con la conseguente perdita degli attuali funzionari".
"Chiediamo pertanto – conclude Lottici – che la Provincia riveda il progetto di smembrare il Servizio Agricoltura e che si formalizzi un atto di impegno per tutti i lavoratori "atipici" che, pur trovandosi in una condizione di ultra decennale precarietà, sono fondamentali per l'erogazione di servizi efficienti e di qualità".