L’espulsione di quattro senatori dal Movimento 5 Stelle tiene banco anche a livello locale. Anche solo perché, come avvenuto in ogni città italiana, gli attivisti piacentini hanno votato alla consultazione lanciata dal blog di Beppe Grillo. A farsi portavoce della scelta, alla quale ha aderito pur con qualche titubanza, è stato il consigliere Andrea Gabbiani che, insieme a Mirta Quagliaroli e Barbara Tarquini, da un anno e mezzo siede sui banchi di palazzo Mercanti.
Prendo due giornali molto diversi tra loro, Corriere della Sera e Il Fatto quotidiano. Loro oggi titolano: “Il Movimento di Grillo nel caos” e “I 5 Stelle perdono i pezzi”. So che da sempre lamentate un’informazione non certo amica, però questa convergenza di opinioni non vi spinge ad ammettere che, forse, qualche errore è stato fatto?
“Interrogarci sugli errori è sempre nel nostro Dna. Quello che è accaduto però ce lo aspettavamo. Cioè che alcuni potessero lasciare il Movimento. Noi siamo contro il sistema e quindi mettiamo in piazza, sulla rete, i nostri problemi. i panni sporchi li laviamo in piazza. E la rete ci giudica. Siamo anche anti.casta, quindi quando i senatori, che hanno lavorato bene ma avevano iniziato a convergere su un vecchio modo di fare politica, ci siamo confrontati e abbiamo deciso a maggioranza per l’espulsione.
Poi tengo a sottolineare che, in accordo con Grillo, la poltrona non è il punto finale: nessuno di noi è indispensabile. Loro sapevano qual’era la direzione, cioè un cambio radicale della politica. E quindi uscendo dalla linea si sono di fatto auto espulsi. Il dibattito è normale, però dobbiamo essere chiari”.
Anche a Piacenza voi siete stati chiamati a votare sui quattro senatori che avevano dissentito dal comportamento di Grillo alle consultazioni con Renzi. E avete votato per l’espulsione. Perché? Non avevano messo in atto niente di concreto contro il Movimento ma avevano solo espresso un pensiero.
“Questa volta ho votato sì all’espulsione e sono stato indeciso fino alla fine. Sono persone di livello ma non è stato solo il dissenso verso l’atteggiamento di Grillo con Renzi. Quella è stata una mossa mediatica, per esprimere la differenza tra noi e loro, in pochi l’hanno capita. Renzi ha chi lo spinge e fa parte di un sistema economico che non vuole essere toccato. I toni, certo, ritenevo potessero essere diversi, però ho capito la mossa, a lungo termine e ne raccoglieremo i frutti.
I mal di pancia ci sono ed è giusto che vengano messi in piazza e discussi, così come la comunicazione e la linea politica del Movimento. E’ giusto che sia così, ma non è solo per le ultime uscite ma perché si sono allontanati dalla base”.
Ora però, invece di ricompattare, le espulsioni sembra aver avuto l’effetto opposto con 10-15 tra parlamentari e senatori del Movimento pronti a formare un nuovo gruppo.
“Di certo due persone uscite sono andate nel gruppo Misto e già hanno dimostrato incoerenza. Come Movimento 5 Stelle a Piacenza vogliamo dimostrare di essere coerenti e corretti. Chi ci ha votato lo ha fatto per cambiare le cose e stiamo facendo una battaglia contro un sistema che da 30 anni a questa parte è diventato uso comune. Vorrei ricordare un aspetto: alle ultime elezioni c’erano quattro coalizioni, che poi si sono divise, frammentate, e riunite per fare il governo. Quante persone le avrebbero votate se avessero saputo i movimenti successivi? E’ questo che intendiamo quando parliamo di coerenza. Siamo al terzo governo deciso da una persona sola, il presidente della Repubblica e senza voto”.
Nel nostro piccolo, a Piacenza abbiamo avuto tre rimpasti di giunta in meno di un anno e mezzo. Anche in questo caso siete stati molto duri verso queste scelte. Anche con i partiti.
“Dipende tutto dal’ingerenza delle segreterie. Perché dentro i partiti c’è brava gente, lo riconosciamo ma c’è da dire che quando le segreterie politiche rappresentano una parte della maggioranza possono influenzare il governo. La segreteria è uno strumento per essere vicino ai cittadini, per aiutare chi è stato eletto. Però i panni sporchi bisogna imparare a lavarli in piazza. La pubblica gogna è necessaria, perché il cittadino non usa i termini politici che poi nascondono altri intendimenti”.
Veniamo alla vostra attività a Piacenza. Dopo quasi due anni può essere tempo di bilanci. Quali i progetti o le proposte di cui andate più fieri e quelli che non siete stati in grado di attuare?
“Sono tantissimi i progetti. Abbiamo avuto alti e bassi. Inizialmente, pur portando in consiglio mozioni e interrogazioni che contenevano istanze di buon senso ce le hanno bocciate. Però ci hanno riconosciuto la coerenza e la preparazione. Ultimamente siamo filo-ambientalisti, ma solo perché l’ambiente si lega con questioni economiche e di qualità della vita fondamentali per la città. Poi teniamo molto che l’acqua sia gestita in modo completamente pubblico, su questo non indietreggiamo. Vogliamo la raccolta differenziata porta a porta in maniera spinta, che sparisca il Termovalorizzatore e l’incenerimento dei rifiuti ma venga sostituito con trattamenti meccanici biologici possibilmente riutilizzabili sul mercato. Sono tutte battaglie che portiamo avanti. Però la gente deve partecipare, con lo streaming o all’assemblea pubblica. Che le persone partecipino può solo fare bene a noi e alla nostra attività”.
Dopo un anno e mezzo è tempo di bilanci anche personali, anche se voi, come “cittadini” eletti avete come scadenze i sei mesi.
“Ogni sei mesi rimettiamo il mandato e dopo un anno e mezzo il bilancio è a zero. Da cittadino mi rendo contro che il teatro della politica è a volte inconcludente. Invece poi, come in commissione l’ultima volta sul tema del mercato bisettimanale, abbiamo ottenuto vittorie che, tutti insieme, portano a risultati per la città. Comunque, in generale, è un bilancio che stiamo costruendo e in prospettiva dei prossimi 5-10 anni. Ce ne accorgeremo in futuro”.