Da una parte, il mondo dell'edilizia lotta contro un'emorragia di addetti e di aziende che per arrestarsi necessità di un cambio radicale dell'approccio al settore; dall'altra un settore come quello del commercio e dei servizi che si evolve e seppur paga caro lo scotto di pesanti ristrutturazioni societarie e distributive (per tutte, la vicenda Unieuro) prova a reagire con strategie condivise lanciate anche a partire dal sindacato.
Alla fine della giornata di congressi della Cgil di Piacenza di ieri, lunedì 24 febbraio, i due segretari generali uscenti Fiorenzo Molinari (Filcams) e Marco Carini (Fillea) hanno visto confermato il loro mandato per altri quattro anni. Due giovani piacentini, espressione di un gruppo dirigente 40enne che sta emergendo al vertice del sindacato di via XXIV Maggio.
Al congresso degli edili della Fillea Cgil, Carini ha snocciolato alcuni dati esemplificativi della crisi a Piacenza: “Dal 2008 ad oggi, il numero delle imprese attive del settore secondo la Cassa edile è passato da 954 a 598, con una riduzione degli addetti da 4.272 a 2.619: per trovare un numero di addetti così ridotto a Piacenza bisogna tornare agli anni '80”. Nel corso della sua relazione, Carini ha sottolineato come i problemi delle aziende vadano ricercato nel mancato accesso al credito e nella scarsa patrimonializzazione. “A questo, si aggiungono elevati livelli di crediti verso la pubblica amministrazione che in alcuni casi hanno portato anche a una riduzione del personale, e una sorta di “nanismo” di cui soffrono le nostre aziende”. Carini ha sottolineato, tra i tanti temi, l'aumento sospetto del numero delle partite Iva di artigiani “spesso dei subordinati mascherati per ridurre i costi del lavoro”. Il rischio “è quello di varcare la soglia del nono ritorno del settore” ha aggiunto Carini. Per questo, all'assemblea di delegati di fabbrica che l'ha rivotato segretario, ha proposto alcune strategie da perseguire. “Dobbiamo ripensare strategicamente a tutta la filiera delle costruzioni, dobbiamo puntare su recupero e riutilizzo, sulla riqualificazione urbana, sul recupero e la bonifica, sul risparmio ene4rgetico e sulla bio-edilizia e. non ultimo, sulla messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico”.
Nella splendida cornice del teatro dei Filodrammatici, il congresso della Filcams è stato un momento di riflessione che è andato al di là del tradizionale congresso di un sindacato. Numerosi gli ospiti (a partire dal sindaco Paolo Dosi) e tanti gli spunti lanciati alla platea da Molinari. “Dobbiamo cambiare il modo di intendere sindacato, non più un sindacato che gioca solo sulla difesa dei posti di lavoro: dobbiamo avere nei territorio anche un ruolo propositivo – ha detto Molinari – cercare insieme alle istituzioni e a tutti gli attori in campo, in un primo momento di far usufruire ai lavoratori di tutti gli strumenti in campo di sostegno al reddito, ma anche cercare soluzioni per creare occupazione e sviluppo con tutti gli attori in campo”. In un ottica più generale, secondo Molinari “turismo, arte e cultura posso fare da volano per il rilancio; una ricetta che può essere declinata anche a Piacenza”. A Piacenza il buon lavoro della Filcams si cristallizza così: 1.600 iscritti tre anni fa, quasi 2.300 oggi. “Sono presenti iscritti alla Filcams Cgil in 289 aziende – ha reso noto Molinari – abbiamo combattuto per ridurre al minimo l'impatto occupazionale negativo di tante ristrutturazioni, ma per attrarre investimenti e creare lavoro anche qui a Piacenza bisogna puntare su una “sburocratizzazione” da un lato, e un attento controllo degli insediamenti dall'altro”.