Il ritorno di Bersani: “La fiducia la devono votare tutti. O finisce il Pd”

Un Bersani dimagrito, che ha perfino smesso di fumare. Ma sereno. Con voglia di scherzare e di rituffarsi nell’area politica. Così lo ha trovato il giornalista dell’Unità Claudio Sardo, autore della prima intervista a Bersani dopo l’emorragia cerebrale avvenuta il 5 gennaio scorso. Ecco alcuni passaggi dell’intervista.

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“Pier Luigi Bersani sta bene. È dimagrito ma l’ho visto mangiare con appetito, rendendo il giusto onore a quegli straordinari tortelli piacentini fatti in casa. Sulla testa sono ormai pallidi i segni dell’operazione che ha bloccato la sua emorragia cerebrale: bisogna cercarli per riconoscerli. Gli sono pure ricresciuti i capelli (dove possono). Da quella drammatica mattina del 5 gennaio non ha più fumato: «Nessuno me lo ha imposto, ma visto che c’ero…». Il suo volto, le reazioni, lo sguardo sono quelli di sempre. E così la voglia di scherzare, che penso sia diventata per lui una sorta di autodisciplina, un modo per darsi un limite, per non prendersi mai troppo sul serio. I collegamenti con Roma tornano a farsi giorno dopo giorno più intensi, soprattutto attraverso il telefonino che ronza nonostante la moglie Daniela fulmini quell’oggetto con gli occhi. La passione per la politica resta per lui una carica vitale. S’arrabbia nel parlare delle cose che non gli sono piaciute in questi giorni, a partire dai modi con i quali Renzi ha scalzato Letta e imposto, con la forza, il suo governo senza aver dato una spiegazione compiuta…

"E’ stata una lezione di vita: anche la politica deve guarire, sono stato trattato come ogni persona che si trovi nella medesima condizione". Fu Bersani da presidente della Regione a proporre di concentrare su Parma il servizio di Neurochirurgia anche per Piacenza e Reggio. "La Neurochirurgia è un business e giunsero diverse offerte per costruire centri in tutte le province, ma decidemmo di puntare su un unico grande polo per attirare professionalità, tecnologia, ricerca. Non fu una scelta facile, ma costruimmo un’eccellenza per il paese". Nell’intervista si parla della fede juventina di Bersani (il dg Marotta gli ha portato una maglia con gli autografi di tutti i giocatori) e poi naturalmente di politica. “Troppo è in campo alla responsabilità personale di Matteo Renzi. Bisogna tenere vivo il confronto con lealtà e chiarezza. Questo non vuol dire che non si debba collaborare, si partecipa e si fa di tutto perché l’impresa riesca. Quando sento qualcuno che ipotizza di non votare la fiducia penso che abbia perso la bussola, la fiducia si vota, altrimenti finisce il Pd".