Le possibile dimisisoni dell’assessore Luigi Rabuffi tengono banco nel mondo politico piacentino. E il clima surriscaldato da quanto sta avvenendo a livello nazionale, sembra riverberarsi anche nel locale. Da segnalare, a sostegno dei mal di pancia del componente della giunta comunale, la presa di posizione di Rifondazione comunista, il partito di cui è espressione l’assessore. La conferma è arrivata dal segretario David Santi: “Le sue riflessoni sono le nostre Da mesi ragioniamo collettivamente e i dubbi li stiamo avanzando nelle nostre riunioni. Sul tema dell’acqua, poi, si era costruita la campagna e il programma elettorale per il governo di Piacenza. E’ un punto fondamentale per Rifondazione e purtroppo il primo passo è stato in direzione opposta, cioè alla gestione mista pubblico-privato. E’ insoddisfacente, contraddice quanto portato avanti in questi anni e l’esito referendario e ci pone interrogativi sul futuro politico all’interno della maggioranza”.
Cerca imnvece di buttare acqua sul fuoco il segretario del Pd, Gian Luigi Molinari: “Cercherò di parlarne con i consiglieri e con lo stesso assessore. Noi vogliamo mantenere l’alleanza. Mi spiacerebbe, personalmente, perdere una persona di valore che, al di la dei numeri, ha dimostrato la sua onestà. Lo contatterò per vedere se possiamo risolvere la questione”.
Ben più critica l’opposizione, di cui si è fatto portavoce il consigliere di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti: “Sul piano politico, se c’è un peduncolo inutile è proprio il partito rappresentato da Rabuffi. Gli viene respinta ogni proposta e quindi non ha incidenza. La sostanziale ininfluenza del suo partito mi pare conclamata. Non credo però che il sindaco sarà preoccupato della sua perdita: a volte è meglio che i dissidenti restino fuori che all’interno della giunta. Però è l’ennesima presa in giro prospettata ai piacentini in campagna elettorale, che ora si ritrovano una maggioranza monca e dimezzata”.