Un tempo, per dare maggiore suspense a un caso irrisolto di cronaca nera, i giornalisti scrivevano “la polizia brancola nel buio”.
La frase si addice alla serata di ieri in Sant'Ilario, nel corso della quale si è tenuto un confronto sulla nuova piscina comunale a cui hanno partecipato semplici cittadini, esponenti della politica e probabilmente quelli che sono i più diretti interessati, cioè gli esponenti delle società sportive di nuoto, pallanuoto, e triathlon. Di fronte il sindaco Paolo Dosi e il neo assessore ai Lavori Pubblici e allo sport, Giorgio Cisini.
A brancolare nel buio è proprio la Giunta Comunale che ad oggi resta in attesa delle decisioni della ditta alla quale sono stati affidati i lavori di costruzione del nuovo impianto natatorio alla Madonnina, con una vasca da 50 metri, per il quale Roberto Reggi aveva posato la prima pietra nell’ aprile 2012, nel corso di uno degli ultimi atti della sua sindacatura.
IL PROGETTO – L’impianto – si legge nel materiale informativo fornito a suo tempo alla stampa – insiste su un’area di superficie di circa 25.000,00 mq. Criteri costruttivi rispettosi dell’ ambiente e dall’ elevato risparmio energetico erano elencati nella documentazione, tra questi: recupero del calore dell’acqua di docce e vasche; illuminazione artificiale con lampade a basso consumo energetico; impianto di teleriscaldamento per produzione acqua calda sanitaria e riscaldamento; impianto fotovoltaico con potenza 40 Kwp oltre a una robusta dotazione di parcheggi e verde pubblico con annessi e connessi.
L’ APPALTO – L’ Associazione Temporanea di Imprese formata dal Consorzio Cooperativo Costruzioni (Cooperativa assegnataria Indacoo S.c.p.a.) e Padovanuoto S.r.l. , si è aggiudicata l’ appalto per la costruzione della nuova piscina. Otto milioni e mezzo di euro più IVA, diciamo 9 milioni di euro, finanziati da Equity privata, mutuo presso l’ Istituto del Credito Sportivo e un contributo di 16 annualità da parte del Comune di Piacenza che inizialmente era stato fissato in 500 mila euro l’anno.
SERVONO PIU’ SOLDI – La cordata aggiudicataria dell’ appalto ha chiesto successivamente un “riequilibrio finanziario”, sostanzialmente un aumento di quelle che sono le spese di gestione (100 mila euro/anno in più) e quelle di adeguamento tariffario ( altri 100 mila euro in più all’ anno) che graverebbero proprio sul Comune e che porterebbero il versamento annuo di Palazzo Mercanti a 700mila euro l’ anno (per 16 anni) contro i 500mila iniziali. Fatti due conti, il maggiore esborso per le casse comunali si tradurrebbe in 3 milioni e 200mila euro: da otto milioni di euro si passerebbe a 11milioni e 200mila euro.
“A queste condizioni – ha affermato Dosi che in apertura ha tracciato la cronistoria del progetto – abbiamo detto di no e rispedito la richiesta al mittente. Ora siamo in attesa delle repliche degli aggiudicatari dell’ appalto”.
In attesa di queste risposte, nel caso in cui queste siano negative e il consorzio non intenda più realizzare l’ impianto, è necessario trovare un’ alternativa e per questo motivo è stato organizzato l’ incontro, per capire dai cittadini e da coloro i quali utilizzeranno l’ impianto, gli sportivi in primis, quali possano essere le altre possibilità.
IL “PIANO B” – Sono due le ipotesi: o intervenire per la ristrutturazione della piscina alla Raffalda o realizzare una copertura nell’ impianto estivo del Polisportivo, già peraltro dotato di una vasca lunga 50 metri.
PREGI E DIFETTI – Il sindaco Dosi premette che ogni alternativa ha i suoi pro e i suoi contro. Per esempio la copertura della piscina del Polisportivo ha sicuramente l’aspetto positivo di far risparmiare soldi ma il lato negativo è che questi soldi risparmiati per quanto riguarda la copertura verrebbero poi spesi per la realizzazione dell’ impianto di riscaldamento dell’ acqua nei mesi invernali e comunque, a detta del sindaco, la realizzazione della copertura andrebbe in qualche modo a inficiare l' utilizzo estivo della struttura che è più remunerativo rispetto a quello da parte degli sportivi.
L’ intervento alla Raffalda, invece, costringerebbe a tenere chiuso l’ impianto per diversi mesi poiché le opere da realizzare sono troppo complesse. Le società sportive non sono d’accordo su questa chiusura prolungata: “dove andremo?” E’ questa la domanda che si fanno.
Il rapporto costi/benefici sarebbe poi tutto da definire; per i lavori di ammodernamento occorrerebbero tra i 4 e i 5 milioni di euro e il nuoto non viene considerato redditizio in maniera tale da poter rientrare in tempi ragionevoli dell’ ingente investimento fatto.
GLI INTERVENTI DEL PUBBLICO – E’ stato piuttosto perentorio nel suo contributo il consigliere comunale Marco Tassi che ha affermato la necessità di conoscere le decisioni dell’ impresa aggiudicataria prima di organizzare un incontro con la cittadinanza, inoltre ha ribadito il bisogno per la collettività di avere un impianto a norma: “Per noi la piscina da 50 metri va fatta. Che poi non sia la piscina che costa 10 milioni di euro, questo è un altro discorso. Si era parlato di una tensostruttura al Polisportivo per coprire la vasca esterna. Questa soluzione costerebbe molto meno”. Tassi ha ribadito che la piscina da 50 metri servirebbe alle due squadre di pallanuoto cittadine militanti in serie B, costrette a girovagare per allenamenti o gare.
Gli sportivi piacentini delle discipline acquatiche sono costretti ad allenarsi a Cremona o Genova e possono disputare le partite casalinghe alla Raffalda, grazie a una deroga della Federazione della Pallanuoto che fissa in 33 metri la dimensione minima della vasca in cui giocare: l’ impianto piacentino non risponde nemmeno a questo requisito.
Il consigliere comunale ha concluso affermando che un nuovo impianto sarebbe necessario anche a chi pratica nuoto libero a livello non agonistico, quindi alle famiglie che difficilmente, alle condizioni attuali, trovano una corsia libera per poter nuotare.
Gli altri cittadini intervenuti hanno espresso pareri discordanti: chi propende per ristrutturare la Raffalda e chi vorrebbe realizzare la copertura alla piscina del Polisoprtivo.
Fuori dal coro, ma interessante, l’ opinione dell’ architetto Giuseppe Baracchi, presidente dell’ Ordine, che ha messo sul piatto una terza ipotesi: Montecucco.
“Sarebbe bello – ha detto il professionista – avere una piscina nel bel mezzo di un'area verde che, diciamocelo francamente, non versa in buone condizioni. Normalmente, in altre città europee, le piscine sono proprio all’ interno dei parchi pubblici perché è il miglior modo per utilizzare il parco stesso”.
La realizzazione della vasca a Montecucco consentirebbe di “ricucire la frattura” che c’è tra la periferia cittadina sud e il quartiere Besurica. La piscina della Raffalda potrebbe diventare la nuova palestra della scuola Pezzani e potrebbe essere utilizzata dalle società sportive e dalla cittadinanza tutta.
Prima di Baracchi, il sindaco di Coli, Massimo Poggi, ha messo a disposizione dell’ Amministrazione comunale la proposta da lui fatta nel 2008 con Dosi assessore allo sport: “presentammo un progetto che prevedeva un intervento sul Polisportivo con una copertura modulare che scorreva in modo idraulico e una tribuna con una capienza di circa 350 posti. Il costo era preventivato in circa 3 milioni e mezzo di euro. Il progetto c’è ancora – ha concluso Poggi – e sono a disposizione per dare il mio contributo all’ Amministrazione, ferma restando la necessità di risistemare comunque il Polisportivo”.
LE OPINIONI DEGLI SPORTIVI – Le abbiamo raccolte ai nostri microfoni prima dell’ inizio del dibattito.
Robert Gionelli, delegato provinciale del CONI, afferma che ”alla luce del patto di stabilità e delle difficoltà degli enti pubblici, costruire un impianto nuovo è impossibile dati i costi eccessivi. Anche il gestore non può amministrare l’ impianto in economicità. Ci sono strutture esistenti – prosegue Gionelli – e credo che la cosa migliore sia intervenire su una di esse. Questi interventi però non dovrebbero comportare la chiusura dell’ impianto il che vorrebbe dire, per le società sportive, fermare l’ attività o disperdere il patrimonio delle società sportive piacentine, costrette a ridurre i loro organici”. Secondo Gionelli, che ha avuto modo di confrontarsi con la Federnuoto, l’ intervento migliore è quello relativo alla copertura della vasca al Polisportivo.
Pierangelo Vignati, atleta paralimpico con un passato da pallanuotista, vede la piscina come un’esigenza che deve coprire le diverse richieste del mondo sportivo natatorio: dalla pallanuoto, al nuoto al triathlon. “Queste realtà – afferma – hanno bisogno di una struttura adeguata. Una nuova piscina dedicata solo alla pallanuoto o la copertura del Polisportivo potrebbero essere delle buone idee”.
Stefano Bettini, atleta di triathlon e presidente regionale Emilia-Romagna della Federazione Italiana Triathlon, punta il dito contro la possibilità di fermare la Raffalda per oltre un anno affinchè venga ristrutturata: “Facciamo sempre molta fatica a trovare spazi acqua per gli allenamenti. L’ ipotesi di sistemare la Raffalda è assolutamente deleteria. Significherebbe fermare il nuoto piacentino e spero che questa idea non venga presa neppure in considerazione”.