Casa Protetta sulla strada Agazzana, nervi tesi tra la giunta e i “renziani”

Nemmeno a Natale c’è pace in casa Partito Democratico. Se all'orizzonte non ci sono elezioni o primarie di qualche genere, ci pensano le questioni amministrative ad agitare le acque interne. È il caso, scoppiato in queste settimane, della cosiddetta pratica Soprani, cioè della Casa Protetta che nelle intenzioni dell'amministrazione dovrebbe sorgere sulla strada Agazzana, in un complesso poco fuori dalla Besurica sulla sinistra. Non tutti, però nel Pd sono d'accordo sull’operazione. Anzi. Una parte dei renziani del partito, quella capitanata dal consigliere comunale e direttore di Unicoop Stefano Borotti, appare determinatissima a osteggiare il piano della giunta portato avanti dal sindaco Paolo Dosi e dagli assessori all’Urbanistica Silvio Bisotti e ai Servizi sociali Giovanna Palladini. 

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Una vicenda intricata, quella della pratica Soprani, tale da meritarsi l'appellativo di “affaire”. Su di essa in verità si sta anche misurando la tenuta di una giunta sempre più fragile che da settimane vive con la spada di Damocle del rimpasto sopra la testa. Proprio l’“affaire Soprani” sarebbe la molla usata ad arte per arrivare a quel rimescolamento delle carte che i renziani vogliono da tempo, specialmente dopo la vittoria al congresso provinciale.

Per dare l’idea della delicatezza del tema: lunedì sera, antivigilia di Natale, si è tenuto un nervoso confronto in Comune tra la giunta e la maggioranza con la partecipazione addirittura del neo segretario del partito Gian Luigi Molinari; qualche giorno prima, vibrante scambio di e-mail tra i consiglieri comunali del gruppo Pd, condito con espressioni che accostano la pratica della Casa Protetta come "vergognosa" e "malaffare". A orchestrare il tutto, lo stesso Borotti, che sulla questione vuole la massima chiarezza e promette di non abbassare la guardia. Costi quel che costi.

 

Oggi nell'area Soprani, così chiamata dal nome di colui che la acquistò per farne una palestra, cioè l'assessore ai servizi sociali del Comune (anni 1998-2002), sorgono una palestra appunto, ma anche una serie di alloggi oggi vuoti che dovevano fungere da residenze per una Casa Protetta che non ha mai visto la luce. Nel 2002 quegli alloggi divennero oggetto di un’istanza dello stesso Soprani (e, nel frattempo, dell’altro proprietario Aqua srl) tesa ad ampliare la destinazione dell’area stessa a servizi socio-sanitari. Gli sviluppi urbanistici intorno a quell'area di 14mila metri quadrati – negli anni Ottanta classificata nel Prg come terreno agricolo –  sono resi anche complicati dal fatto che sono transitati tra atti e varianti di svariate amministrazioni comunali. Iter sui quali qualcuno oggi adombra dubbi e sospetti, soprattutto legati a ragioni di opportunità politiche legate al ruolo in amministrazione di Soprani. Ma questa è solo una sfaccettatura di tutta la polemica.

 

Quell’anno – torniamo dunque al 2002 dopo la nuova classificazione dell’area in servizi socio-assistenziali – viene anche siglata una Convenzione. Essa sottolinea: che l’area è destinata ad attrezzature di interesse pubblico sportive e socio-assistenziali; che le attrezzature sanitarie assistenziali dovranno essere date in uso a persone autosufficienti (si badi: autosufficienti) che non trovano collocazione nelle attrezzature esistenti; e che i proprietari si impegnano a costruire entro cinque anni (2007). In realtà la Casa Protetta non viene mai costruita. Anni di stallo, dunque, con i vari amministratori susseguitisi che preferiscono tenersi ben lontani da una pratica piuttosto scorbutica. Fino al 30 novembre del 2013 quando sembra si presenti l’occasione per sistemare le cose una volta per tutte e raggiungere l’obiettivo della Casa Protetta. Quel giorno la società Sereni Orizzonti spa scrive al Comune chiedendo chiarimenti e inoltrando di fatto una proposta. Chiede di prorogare o riaprire i termini per costruire in base alla Convenzione scaduti nel 2007. Per il sindaco Dosi e agli assessori Bisotti e Palladini, l’occasione di portare a termine uno dei principali obiettivi del mandato è ghiotta. Vanno però riaperti i termini della Convenzione.

Ed è proprio la delibera di giunta che propone la proroga di quest’ultima che oggi sta facendo penare l’amministrazione. Un parte del Pd, con il testa il renziano Stefano Borotti, si sta mettendo pesantemente di traverso anche se resta da capire in quanti lo seguono (sicuramente i fedelissimi colleghi Michele Bricchi e Stefano Cugini). Diverse le critiche mosse da Borotti. Secondo il consigliere comunale la proposta di Sereni Orizzonti, che parla di struttura per “anziani non autosufficienti”, non sarebbe compatibile con la Convenzione del 2002 che ripetutamente parla di “anziani autosufficienti”. Contemplare una struttura anche per “non autosufficienti”, sempre secondo Borotti e soci, oltre a creare danni economici sotto il profilo del mercato pubblico-privato delle prestazioni, andrebbe a confliggere con il progetto di ristrutturazione dell’Azienda servizi alla Persona (Asp) che ha in animo l’amministrazione; inoltre Borotti nutre anche pesanti dubbi sul patron di Sereni Orizzonti, consigliere regionale del Pdl in Friuli con qualche pendenza a livello giudiziale. Insomma, per Borotti “la riapertura dei termini della Convenzione non è affatto un atto dovuto”. Viene richiesto dunque un confronto più ampio, se necessario anche un passaggio in Consiglio comunale che finora era stato evitato. Si chiede addirittura un parere all’Avvocatura comunale. La tensione tra giunta e renziani è alle stelle.

Raccontano che la riunione di lunedì sera sia stata piuttosto tesa, ma che sia finita con giunta e renziani arroccati sulle rispettive posizioni. A suo vantaggio l’amministrazione avrebbe mostrato il parere dell’Avvocatura secondo il quale non vi sarebbero ostacoli né alla proroga della convenzione né all’inserimento degli anziani non autosufficienti; dunque sarebbe decisa ad andare avanti. La resa dei conti sembra però solo rinviata all’anno nuovo.