ACQUA PUBBLICA: IL PARTITO DEMOCRATICO DALLA PARTE DEI CITTADINI E DEI SINDACI
I recenti interventi apparsi sulla stampa, ultimo dei quali quello di Rifondazione Comunista, stupiscono e amareggiano perché non rendono merito allo sforzo che da più di un anno i sindaci stanno profondendo nell'esclusivo interesse dei cittadini.
Un lavoro intenso, trasversale, mirato proprio a individuare tra le diverse ipotesi, quella migliore e più percorribile per il rispetto del principio sancito dal referendum dell'acqua come bene pubblico.
Parlare per avere titoli sui giornali, qualche pacca sulla spalla e magari pensare ai prossimi appuntamenti elettorali, è facile: essere responsabili, tutelare i diritti e far quadrare i conti è però un'altra cosa.
Con questo obiettivo, i Sindaci e i tecnici di Atersir hanno avviato un’indagine per valutare la fattibilità tecnico-economica della gestione completamente pubblica, scontrandosi con evidenze difficilmente superabili da chi si sforza di essere serio, prima fra tutte l’obbligo di sottoporsi alla disciplina del patto di stabilità, con i conseguenti vincoli alla gestione operativa, alla possibilità di reperire i finanziamenti indispensabili per gli investimenti futuri.
Sempre tralasciando per un attimo il mondo delle favole, è utile ricordare le ripercussioni sugli Enti proprietari in caso di mancato rispetto dei limiti del patto, e, già che ci siamo, parlare di un altro dettaglio che qualcuno finge di trascurare, ovvero l’entità del valore di indennizzo da corrispondere al gestore uscente, in prima approssimazione oscillante tra i 75 e gli 80 milioni di €. Ci dicano questi signori che parlano di calo delle tariffe, quale magie suggeriscono per reperire queste risorse, come e dove i Comuni potrebbero affrontare un simile esborso che, tra l'altro, sarebbe solo l'inizio.
Si sta lavorando alla definizione di un sistema che garantisca alla pubblica amministrazione un ruolo di indirizzo e di controllo maggiore e di massima trasparenza nei confronti dei cittadini, per dare un segnale di svolta rispetto al passato, facendo si che gli utili siano reinvestiti negli investimenti sul territorio e siano valorizzate, nel rispetto della normativa, le aziende locali che in questi anni hanno costruito professionalità e competenze nel sistema idrico-integrato.
I Sindaci, consapevoli dell'onere derivante dall'essere eletti dai cittadini, abituati a metterci la faccia, sono tenuti a volare più alto delle strumentalizzazioni di parte.
Il Partito Democratico di Piacenza, dal canto suo, rispedisce al mittente accuse di inciucismo, fiero del senso di responsabilità esercitato anche a scapito di qualche facile consenso.
Lasciamo ad altri la comoda veste di imbonitore, concentrando il massimo impegno per creare un "modello Piacenza" in cui il ruolo della pubblica committenza si caratterizzi per indirizzo e controllo; un modello che sia cosciente delle peculiarità della nostra area e che non cerchi solo di copiare altre esperienze, diverse per dimensioni e capacità economico/finanziaria. Un modello che si rapporti con i suoi cittadini all'insegna della massima trasparenza, per esempio su un tema cruciale come la destinazione degli utili della nuova società, che dovranno obbligatoriamente andare agli investimenti sul sistema idrico del territorio.
Il rapporto con IREN, attuale gestore del Servizio, grazie anche alle rappresentanze piacentine nella nuova governance, è improntato a un confronto serrato e all'assunzione di prese di posizione anche dure, alla quotidiana analisi dei servizi offerti e alla puntuale verifica degli impegni. Il rispetto dei ruoli è massimo, la subordinazione che qualcuno millanta è invece una strumentale fantasia.
Per chiudere, data la profonda crisi economica e la montante tensione sociale, ricordiamo che ogni parere costruttivo è ben accetto ma invitiamo i portatori di critiche aprioristiche, inutili e dannose, a rivolgersi altrove.
Partito Democratico di Piacenza