Raccontano che quando Giulia Piroli è venuta a saperlo è andata su tutte le furie. La capolista e pasionaria di Gianni Cuperlo non se l’aspettava proprio. E francamente è abbastanza comprensibile: “folgorati sulla via di Damasco” il capogruppo del Pd in Comune Daniel Negri e l’assessore al Bilancio Pirangelo Romersi sono diventati “renziani”. Hanno infatti aderito al comitato per Renzi creato in questi giorni dall’ex assessore provinciale Patrizia Calza, esponente negli ultimi anni critica con la gestione locale del partito e rimasta a lungo ai margini. Sì, Negri e Romersi alle primarie di domenica voteranno per il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Con loro hanno aderito anche altri volti del Pd. Ma non avendo nessuno notato segnali premonitori nelle settimane scorse, la loro adesione ha lasciato i cuperliani un po’ tutti di stucco. Non più tardi di un mese fa, insieme con la maggioranza di coloro che alle primarie di un anno fa votarono Bersani, Negri e Romersi avevano appoggiato la candidatura di Roberta Valla contro il “renziano” Gian Luigi Molinari. Oggi il salto. Ma se qualcuno si fosse per caso fatto scappare di bocca espressioni come “democristiani, trasformisti o salite sui carri dei vincitori”, se le ricacci giù in gola. “Le questioni locali sono diverse da quelle nazionali” ha motivato Negri. E così la grande famiglia renziana si allarga.
Qui di seguito il manifesto del comitato appena costituito da Patrizia Calza.
Si è costituito a Piacenza un nuovo Comitato Renzi dalla denominazione : “Bisogna trasformarla la società!”
Si tratta di un inciso tratto da un discorso di G.La Pira: “. Bisogna scendere in campo ; affinare i propri strumenti di lavoro; riflessione, cultura, parola, lavoro ecc, altrettanti aratri per arare il campo della nuova fatica (…) L’orazione non basta; non basta la vita interiore; bisogna che questa vita si costruisca dei canali esterni destinati a farla circolare nella città dell’uomo. Bisogna trasformarla la società!”
Ci è parso che questo incipit del grande Sindaco bene descriva “l’inevitabile cambiamento” di cui necessitano la nostra società e il nostro Paese e ben rappresenti lo spirito con il quali ci accingiamo ad affrontare questo nuovo appuntamento congressuale.
Bryan Walsh definiva il punto critico “ quel livello oltre il quale un cambiamento diviene inarrestabile” . Crediamo che l’Italia sia arrivata al suo “punto critico” e che la classe dirigente italiana tutta, politica , sindacale, imprenditoriale, debba prenderne atto, agendo di conseguenza.
Crediamo che i problemi del nostro Paese potranno essere affrontati con la ragionevole speranza di essere superati soltanto con la disponibilità a riformare il “sistema Paese” , superando conservatorismi, incrostazioni, interessi, rendite di posizione . Occorre avere il coraggio di proporre strade nuove e di mettere in discussione “vecchie ricette”, affinchè l’uguaglianza non mortifichi il merito, la solidarietà formale non prevalga su quella sostanziale, i “diritti acquisiti” non si traducano in intollerabili“privilegi”, gli apparati non soffochino le forze nuove.
Crediamo che, in questa fase storica il progetto politico di Renzi possa fornire una risposta ai problemi del Paese, così come riteniamo che lo stesso Renzi possieda le caratteristiche e gli strumenti , in primis il coraggio , per attivare il necessario cambiamento facendo del PD, un vero partito a vocazione maggioritaria, e come tale,capace di tornare alla guida del Paese.
Condividiamo la necessità di una nuova legge elettorale che da un lato torni a rendere forte il legame tra il parlamentare e i suoi elettori e dall’altro favorisca l’”alternanza” a fronte di un silenzioso ma evidente tentativo di ritorno al “proporzionale” foriero di intese”larghe “ o “ “strette” ma comunque tali sempre da “ingessare” mortalmente il Paese con la sua vetusta classe dirigente e la sua rete di conoscenze e relazioni “più o meno pericolose”.
Condividiamo le proposte di riforme istituzionali volte a ridurre sia la spesa dell’apparato pubblico, in particolare statale e regionale, spesso inefficienti ed esosi, sia la burocrazia che blocca lo sviluppo e la competitività del paese.
Condividiamo lo slancio proteso a mettere in discussione le attuali normative che regolano il mondo del lavoro e il sistema pensionistico e che, seppure a parole volte alla realizzazione di un Welfare diffuso , in concreto risultano ormai spesso inique , deboli coi forti e ingiuste con i deboli. Diffidiamo da ricette antiche che chiedono allo Stato un supplemento di spesa pubblica lasciando inalterato il sistema complessivo.
Un’interessante analisi comparsa sul Washington Post qualche tempo fa definiva l’Italia come “la grande malata dell’euro” e la sua malattia come “crollo di competitività.” E non perché gli italiani lavorano poco, ma per l’inefficienza complessiva che grava sul sistema economico. Questi i numeri del paradosso italiano: gli italiani lavorano, in media, più di tutti i loro concorrenti (1.744 ore all’anno contro le 1.705 degli americani, 1.480 in Francia, 1.411 in Germania) ma la produttività reale di questo lavoro è invece rovesciata. Campioni mondiali di produttività sono gli Stati Uniti con 60,9 dollari all’ora, seguono Germania e Francia sopra quota 55, poi la Svezia a 52 e l’Inghilterra a 47,8. L’Italia è in fondo alla classifica, con 45 dollari di Pil per ogni ora lavorata. Osserva l’autore dell’analisi che «da anni l’Italia continua a perdere terreno. Le zone improduttive della sua economia si espandono e prevalgono sulle parti migliori “
È interessante leggere come il giornale USA spiega questo paradosso. Al centro viene messo il modello culturale fatto di evasione fiscale record, di mancanza di spirito civico, di nepotismo, di mortificazione del merito.Praticamente un bel campionario di disvalori che generano e, contemporaneamente, si alimentano con l’inefficienza dello Stato, la corruzione, lo stato pietoso della giustizia (civile in particolare).
In questo modo è l’intero sistema Paese che genera sprechi e scarsa produttività. Per quante risorse ci vengano immesse i risultati saranno sempre mediocri e la qualità della vita dei cittadini ben poco soddisfacente.
Confidiamo che le proposte di Renzi , possano scuotere questo Paese ingessato . Ovviamente serve una forte condivisione della proposta pertanto ci auguriamo che l’8 dicembre si registri su di essa un forte riscontro . Ciò pur sempre nel massimo rispetto e nella disponibilità al confronto con tutti , a partire ovviamente da chi ha scelto di sostenere Cuperlo o Civati. Questo vuole essere il senso del nostro impegno.
Patrizia Calza coordinatrice
Battistelli Paola
Bocchi Matteo
Borasi Natale
Capra Luigi
Casazza Pierluigi
Dellagiovanna Angelo
Dioli Ricacardo
Frattola Alberto
Ghillani Angelo
Ghisoni Alexandro
Maini Giampietro
Mossa Bastianino
Negri Daniel
Panni Andrea
Parisi Gianni
Parmigiani Silvia
Perazzoli Giovanna Maria
Perini Claudio
Racchini Marco
Ricci Giovanni
Zecchini Francesca
Romersi Pierangelo
Rossi Federica
Saltarelli Sergio
Salvagnini Wally
Santacroce Antonio