Allibiti per la recente decisione della giunta comunale di Gazzola di destinare l’area dell'ex polveriera di Rio Gandore, sotto il castello di Momeliano, a bene da valorizzare in ottica di mercato, Legambiente e Fai non si danno per vinti e annunciano battaglia. "Una decisione inaspettata che rappresenta un'inversione di marcia rispetto alla volontà espressa dallo stesso comune in una delibera del 1997 – sostiene Giuseppe Castelnuovo di Legambiente – e che di fatto apre la strada alla speculazione edilizia".
Nell’area attuale, circa un km quadrato di bosco incuneato tra la Val Trebbia e la Val Luretta, è infatti presente una novantina di piccole abitazioni che verranno destinate al mercato immobiliare nonostante l’area fosse stata riconosciuta in passato come nodo ecologico nel PTCP e nonostante le settemila firme raccolte tra i cittadini testimoniassero la volontà della società civile di fare dell' area un'oasi naturale.
“Un'occasione persa per compensare anni di scellerate politiche di crescita edilizia e che mette a rischio una parte preziosa del territorio piacentino, che peraltro il comune di Gazzola avrebbe potuto aggiudicarsi dal demanio a titolo gratuito” continuano il presidente di Legambiente Laura Chiappa e Domenico Ferrari Cesena di Fai: "Non resta che rimboccarsi le maniche, anche se il tempo stringe. Riorganizzeremo una raccolta firme e invitiamo la Provincia e i cittadini a far pressione affinché il Comune di Gazzola retroceda da questa decisione insensata che priva la provincia di uno dei suoi ultimi polmoni verdi".