Marco Bergonzi, dirigente del Pd piacentino (nonché capogruppo in consiglio provinciale), si smarca e sceglie di non sostenere nessuno dei candidati alla segreteria nazionale. Civati, Cuperlo, Renzi o Pittella, nessuno di questi, per l’esponente locale democratico, sembra rappresentare lo spirito del partito che lui stesso contribuì a fondare. E così sceglie il “non voto”. Le sue ragioni in allegato di seguito.
Come iscritto, il confronto in questo congresso non mi appassiona affatto: per motivi diversi, tra Renzi e Cuperlo non mi sento rappresentato, scelgo quindi di non partecipare.
Ho partecipato all'Assemblea Costituente del PD (il 14 Ottobre 2007), che dava vita ad un partito nuovo, erede delle piu' importanti esperienze politiche del '900, ma al tempo stesso innovatore ed attento ai continui cambiamenti che interessano la nostra società e che finalmente superava quella stagione di frammentazione in partiti e partitini, che fu la pricipale causa della caduta del governo Prodi, dopo la quale, occorre riconoscere, che la situazione del nostro Paese non hanno fatto altro che peggiorare.
Con il PD nasceva un grande partito interclassista, che supera le singole identità, non un partito di centro o di sinistra, ma un PD ambizioso (a vocazione maggioritaria) e sintesi di un centrosinistra finalmente unito, che si riconosce sotto la stessa bandiera.
Il confronto nel congresso di oggi mi pare sia molto distante dal modello originario ed anche in definitiva deludente:
La corsa di Renzi, assomiglia molto ad un assalto alla diligenza, a suon di grande presenza mediatica, con molti slogan, ma molti meno contenuti; Cuperlo è persona sicuramente apprezzabile per sostanza e solidità, ma ritengo abbia una visione che sposta il PD un po' troppo a sinistra, ed il PD non è nato su questi presupposti, nè per diventare questo.
Questo è un congresso, ed a Renzi è bene ricordare, che chi vince diventa segretario del PD, non Presidente del Consiglio.
Certo non è un Governo di larghe intese che avrebbero voluto i nostri elettori, ma è il Governo che ci hanno consegnato le urne e Letta, nelle condizioni in cui si trova ad operare, sta lavorando al meglio; ritengo pertanto che al Governo vada assicurato il convinto e leale sostegno di tutto il PD, perchè la stabilità è essenziale per l'Italia, soprattutto in una fase piena di difficoltà come l'attuale ed a maggior ragione per il fatto che il prossimo anno, non solo ci saranno le elezioni Europee, ma spetterà all'Italia la Presidenza di turno dell' Unione Europea (l'ultima volta fu 10 anni fa e la prossima sarà tra circa 20); l'importanza della posta in gioco è altissima e non può certo prevalere l'ambizione personale rispetto al destino di un intero Paese.
Focalizzato che la posta in gioco di un congresso è la segreteria del partito, sarebbe opportuno anche che si rispettassero anzitutto gli iscritti, quelli autentici, quelli che ci sono anche quando non si giocano partite di potere, ma si ritrovano anche solo per discutere di ciò che funziona e ciò che non va e che francamente non possono non sentirsi umiliati da un'ondata di iscrizioni a ciclostile, fatte solo per votare in quel momento a sostegno di una cordata.
Per evitare tutto ciò, sarebbe stato sufficiente stabilire che a qualsiasi consultazione, hanno diritto di voto gli iscritti, (ad esempio) del semestre precedente; semplicissimo, ma se il nuovo che avanza, vede ogni regola come un ostacolo alla propria affermazione, ecco che vale tutto ed anche ciò che non è propriamente etico, diventa consentito.
Per me e ritengo non solo per me, non è così e dal momento che credo ancora nelle ragioni fondative del PD ed alla sua collocazione di centrosinistra, per motivi ben diversi non mi ritrovo rappresentato dalle attuali candidature e quindi preferisco manifestarlo, scegliendo di non partecipare".
Marco Bergonzi