Umberto Bossi parteciperà alla festa della Zucca di Pecorara. L’annuncio, che non sembrava così scontato dopo le ultime vicende che avevano interessato la famosa sagra, è stata annunciata oggi dal quotidiano “La Padania”. Nella rubrica degli appuntamenti del movimento si legge: “Il presidente Federale della Lega Nord, giovedì 31 ottobre, terrà un incontro con la cittadinanza a Pecorara”. Nessun riferimento all’altra festa della Zucca, programmata dal partito per la stessa sera del 31 ottobre a Ziano piacentino ma, come appare evidente, il Senatùr non sembra aver ascoltato le sollecitazioni che gli erano state lanciate dalla segretreria provinciale.
In particolare dal segretario Pietro Pisani, il quale ai microfoni di Radio Sound aveva detto: “Non credo che Bossi andrà a Pecorara. Non penso si presti a certe strumentalizzazioni. E’ troppo intelligente. Potrebbe anche venire a Ziano, però ora non lo sappiamo. Ma non è scontato che vada a Pecorara”.
Due feste nella stessa data per il medesimo movimento. Se non è spaccatura, pare difficile parlare di riappacificazione tra le due anime del Carroccio: una che fa capo all’ala maroniana di rinnovamento e l’altra a quella bossiana legata alle tradizioni. Non lo nasconde l’ex parlamentare e figura di spicco della Lega, Massimo Polledri: “E’ un bel pasticcio. Quando ho sentito Bossi mi ha confermato che sarà a Pecorara. Lui ha sempre pensato con la sua testa e non si è smentito, per cui credo che sia un pasticcio”. E ha poi commentato il fatto che nella stessa sera a Ziano piacentino è in programma un altra festa della Zucca, quella ufficiale e sostenuta dal partito, dove saranno ospiti i candidati alla segreteria nazionale Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti: “Chi l’ha organizzata dovrebbe fare delle riflessioni. Come si fa a dire che dove va Bossi è folkloristica? Detto da quelli che fino a poco tempo fa si sperticavano per andarlo a vedere a Pecorara. Stiamo sfiorando il ridicolo – ha sottolineato Polledri -, non si può dire al fondatore dove deve andare. Sarà a Pecorara, come da tradizione. L’affetto non si cancella”.