Molinari esce allo scoperto: “Il Pd che vorrei, più circoli e meno correnti”

“Basta parlare di renziani, bersaniani, civatiani o cuperliani. Parliamo del partito che vogliamo a livello locale”. Le candidature per la segreteria del Pd dovranno essere consegnate entro il 10 ottobre ma c’è già chi esce allo scoperto. Parliamo di Gian Luigi Molinari, sindaco di Vernasca ma ormai a un passo dall’ufficialità. In previsione, dalle 19 di questa sera, lui e coloro che lo sostengono (l’ex sindaco Roberto Reggi in testa) si ritroveranno alla sede di viale Risorgimento per definire il percorso che lo porterà a rappresentare quelli che, per ora, vengono chiamati “renziani” ma che, come ha anticipato lo stesso Molinari, “dovranno essere superati per aggregare tutti, dai sindaci alla società civile e soprattutto i circoli”. 
La voce era nell’aria da qualche tempo ma ora sembra essere diventata realtà. E il signor “Bascherdeis”, come malignamente è stato chiamato per il successo della rassegna nel suo Comune, non si nasconde più e ha spiegato il programma per conquistare e riunire il partito: “Stiamo lavorando per valutare la convergenza su idee nuove, prendendo spunto dall’esigenza degli elettori di centro sinistra. Comprende i sindaci ma che non sono altra cosa rispetto al partito, poi la società civile e soprattutto i circoli. Dovrà essere un progetto aperto, coinvolgente, e che non ripeta l’esperienza delle 300 tessere”. Chiaro il riferimento alle poche sottoscrizioni, che hanno rappresentanto “un dato da cui partire ma soprattutto rifuggire” ha confessato. 
“Ci tengo a sottolineare – ha poi precisato Molinari – che vogliamo smarcarci dagli orientamenti nazionali, per questo l’appuntamento di stasera, sarà utile per definire gli ultimi passaggi e smetterla di parlare di renziani, bersaniani, civatiani e cuperliani. Lavoriamo per il partito di Piacenza. Il progetto è vario e non è ascrivibile solo ai renziani. C’è la volontà di cambiare tenendo in considerazione le più varie esperienze, però con una forte tensione a cambiare il corso della storia del Pd”.
Una scommessa, per Gian Luigi Molinari, che però sembra ormai deciso a fare senza tentennamenti: “E’ una sfida, stiamo definendo gli ultimi tasselli. A prescindere dalla persona. E questo potrà avvenire solo se ne uscirà un’azione che punti a lasciare un segno sulla società piacentina e nelle istituzioni”. 

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