I disagi sui bus uniscono le generazioni, la protesta di studenti e genitori

  E' iniziato alle 9,30 di venerdì, davanti al polo scolastico di via Cavour per poi snodarsi lungo le vie del centro, lo sciopero con corteo degli studenti (circa trecento hanno partecipato) contro le politiche aziendali messe in atto da Seta, tra queste il rincaro dei biglietti e degli abbonamenti, e contro il sovraffollamento che si registra quotidianamente sulle varie tratte, specialmente quelle che collegano la provincia (in particolare Valtrebbia e Valnure) al capoluogo. A proclamare lo sciopero l’Assemblea studentesca piacentina, il Collettivo studentesco Spartaco e il Collettivo OndAnomala. "Non siamo delle bestie" il coro più gettonato. "Vogliamo un prezzo più equo dei biglietti – hanno detto alcuni studenti – non tre volte più caro rispetto al passato". Nel mirino anche le condizioni del viaggio: "Ci sono ore quando torniamo a casa dove siamo stipati come delle sardine, non è possibile. Non siamo delle bestie, stiamo studenti". 

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A loro si uniscono, per ora idealmente, i genitori. Come ha voluto testimoniare Rodolfo Salvatore di San Giorgio: "Pago 290 euro al mese di abbonamento e mia figlia deve stare in piedi tutto il viaggio, oppure sgomitare rischiando sempre di perderlo. Non è possibile. Anche perché non paghiamo biglietti per posti in piedi ma a sedere. Seta non si sta comportando in modo corretto. Positivo che i ragazzi abbiano sollecitato anche noi genitori a prendere posizione".