AGGIORNAMENTO – "Sono tre anni che organizzano delle riunioni a porte chiuse per cercare di farmi fuori. Credo che avrebbero dovuto quanto meno convocarmi o comunicarmi qualcosa. Ricrodo comunque che qualche tempo fa volevano buttare fuori anche Bossi. Per cui sono cose che lasciano il tempo che passa". Questa la reazione del consigliere leghista Massimo Polledri dopo il voto d'espulsione da parte del consiglio della Lega Nord Emilia.
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“Massimo Polledri va espulso”. Lo ha stabilito il consiglio della Lega Nord dell’Emilia Romagna, riunitasi nei giorni scorsi. Una rottura totale con l’ex onorevole ed esponente di punta del Carroccio piacentino, che da tempo era entrato in contrasto con la segreteria locale, retta da Pietro Pisani.
Prima qualche scaramuccia, con critiche incrociate sull’operato dei vertici e di qualche “fedelissimo” di via Trieste, come al vicepresidente della Provincia, Maurizio Parma accusato di essere colpevolmente assente dal suo ruolo assessore provinciale alla Sicurezza. Poi la guerra vera e propria, che ha lasciato i segni sul campo: gli allontanamenti, che qualcuno ha chiamato “epurazioni”, di leghisti del suo entourage, come Maffini, Tagliaferri e Zambianchi e la decisione di chiudere sedi a lui “favorevoli” come quella di Gossolengo o la sezione di Morfasso.
Fatto stà che in questi giorni, dal consiglio del Carroccio emiliano, è arrivata la tanto temuta scomunica. Praticamente all'unanimità – solo due astenuti – la richiesta di espulsione che era stata messa all'ordine del giorno nell'ultima riunione. Per ora Polledri non ha commentato, anche se si è lasciato sfuggire che “non ha avuto nessuna comunicazione in merito ma credo che sarebbe doverosa”. Ora la questione verrà affrontata dalla segreteria federale della Lega Nord a Milano, e qui solo il presidente e fondatore del Carroccio, il Sènatur Umberto Bossi in persona, potrebbe salvare Massimo Polledri, da sempre a lui molto vicino.