“L’integrazione è un’opportunità, soprattutto nella scuola”. Così il ministro Maria Chiara Carrozza, ospite questa mattina dell’Università Cattolica per il seminario dal titolo “Prove di futuro, integrazione, cittadinanza, seconde generazioni”. Il ministro Carrozza arriva a Piacenza intorno alle 11 per parlare del futuro della scuola e di come il sistema istruzione si debba comportare di fronte ad un panorama economico, politico e sociale continuamente in evoluzione. Tutto parte dai più giovani, come sempre, e proprio a Piacenza la questione risulta essere molto sensibile: si considerino quelle scuole elementari dove, in più occasioni, i genitori di bimbi italiani hanno lamentato una presenza troppo alta di studenti stranieri, presenza che temono possa ostacolare e rallentare l’apprendimento dei propri figli. Ma il ministro Carrozza non è di questo parere.
“A quei genitori italiani che temono che la multiculturalità possa complicare l’istruzione dei propri figli dico di stare tranquilli, perché il confronto tra culture differenti non può che portare ricchezza. Certo dobbiamo organizzare la scuola nel modo più adeguato per andare nella giusta direzione e vincere questa sfida, ma di base l’integrazione non può che rappresentare qualcosa in più a livello culturale e di crescita sociale”.
Un argomento, quello della scuola, che va di pari passo con la tanto dibattuta questione della cittadinanza agli stranieri:
“Il tema dei bambini nati in Italia e della loro cittadinanza si è un po’ messo da parte ma bisogna tornare ad affrontarlo al più presto perché soprattutto oggi è fondamentale. Ci sono aspetti diversi che vanno presi in considerazione perché, per esempio, il bimbo nato in Italia avrà meno difficoltà a integrarsi rispetto al ragazzo che arriva a 14-15 anni. Aspetti che bisogna affrontare perché la scuola, come la società, è cambiata e noi non ci possiamo chiudere al mondo, dobbiamo affrontare i cambiamenti sociali e attrezzarci per un assetto multiculturale che oltre ad essere inevitabile rappresenta sicuramente una ricchezza. Gli stessi metodi d’istruzione che si usavano quattro o cinque anni fa sono obsoleti e vanno cambiati, dobbiamo riflettere sul fatto che la scuola si deve aggiornare”.
Sono stati poi affrontati altri temi caldi come le polemiche sugli accessi alle università: “La maggior parte degli studenti ha eseguito il test e sta attendendo l’esito, altri in effetti hanno alzato la voce contro il numero chiuso. E’ una polemica che deve portare a una discussione e a una riflessione costruttiva sui sistemi di selezione. Soprattutto per quanto riguarda la facoltà di Medicina dobbiamo affrontare il tema della selezione e della preparazione dei medici in Italia: non possiamo affrontare il tema della formazione del medico a ridosso del test, bisogna aspettare tutti i dati e poi ne riparleremo”.
Il ministro Carrozza non ha mai nascosto di aver preso parte in gioventù ad assemblee e manifestazioni scolastiche, iniziative che giudica un importante strumento per i giovani di oggi, sempre più lontani dalla politica: “Manifestazioni e assemblee, se svolte con modalità pacifiche e democratiche, sono strumenti importanti che permettono agli studenti di far sentire la propria voce e allo stesso tempo di confrontarsi. E’ dovere degli studenti prendere coscienza non solo della scuola che frequentano ma anche del mondo e della società. La scuola oggi dovrebbe essere più partecipata e animata perché è lì che si deve svolgere il dibattito”.