“Il parco del Trebbia non diventi una discarica a cielo aperto”. Il consigliere regionale leghista Stefano Cavalli rilancia l’allarme sollevato nei giorni scorsi dalle guardie ittiche che hanno segnalato carenze nella vigilanza e il conseguente dilagare di casi di abbandono di rifiuti, parcheggi selvaggi e pesca abusiva nel territorio del parco del Trebbia, dopo l’accentramento del sistema dei parchi voluto dalla Regione nel 2011.
Con l’affidamento della gestione a un unico ente dell’Emilia occidentale – con sede a Langhirano – solo cinque guardie presidiano i territori di altrettanti parchi. Quello del Trebbia – che ha una superficie di oltre 4.031 ettari – può quindi contare su un solo presidio. Cavalli in un’interrogazione sollecita quindi immediate risposte all’allarme sicurezza lanciato nei giorni scorsi e chiede rinforzi immediati all’attività di vigilanza. Chiede inoltre se siano attualmente in essere specifiche convenzioni con enti e associazioni.
“A due anni da un accorpamento che ha scatenato le nostre accese proteste scopriamo che – come pronosticato – l’accentramento delle gestioni ha penalizzato i servizi – contesta l’esponente del Carroccio -. Non a caso la legge del 2011 era riuscita a scontentare tutti, dalla maggioranza alla minoranza”.
“La politica delle unificazioni continue ha mostrato tutti i suoi effetti negativi anche nei settori del trasporto pubblico locale, della gestione di acqua e rifiuti e – di questo passo – anche della sanità. Da anni denunciamo questo illogico e penalizzante neocentralismo regionale, che sta svuotando i territori di molte delle loro eccellenze”. “Non accettiamo che – causa mancanza di presidi – parchi e aree protette si trasformino – di fatto – quasi in ‘zone franche’ dell’ illegalità, tra abbandono di rifiuti e discariche a cielo aperto”. Cavalli invoca quindi “l’immediata messa a disposizione di nuovi guardaparco a ‘rinforzo’ della scarna pattuglia attualmente in servizio” e “maggiori controlli per la salvaguardia e la tutela del territorio”.