“Diga del Brugneto, rivedere sia il protocollo sia il disciplinare”

La Domusconsumatori, l’Associazione per la tutela di consumatori ed utenti aderente alla Confedilizia, si unisce alle proteste sollevate prima dal Sindacato della Proprietà Fondiaria di Piacenza e dal consigliere provinciale Coppolino (Pdl) e successivamente da altre forze politiche locali (Fratelli d'Italia e Lega nord), in merito alla questione relativa al rilascio di acqua dall'invaso del Brugneto. Nei giorni scorsi infatti era stata richiamata l'attenzione sull'inutilità della convenzione
stipulata nel mese di luglio tra la Regione Emilia-Romagna e la Regione Liguria, relativamente al maggiore rilascio di acqua dall'invaso nel periodo estivo, posto che la stessa, così come si presenta, non dà alcuna certezza al nostro territorio e agli agricoltori piacentini visto che la quantità di acqua che dovrà essere rilasciata non è quella sbandierata dai firmatari e dai media locali. Il consigliere Coppolino e il Sindacato della Proprietà Fondiaria, nei loro rispettivi comunicati diramati i primi di agosto agli organi di informazione, in particolare avevano fatto notare che la convenzione sottoscritta prevede – all'articolo 3 – che, per un triennio, nel periodo estivo (16 maggio-15 settembre) sia messa in atto una maggiorazione del deflusso di acqua dall'invaso del Brugneto al fiume Trebbia (che andrebbe così ad aggiungersi alla quantità che viene normalmente già rilasciata ogni anno, pari a 2,5 milioni di mc, prevista dal Disciplinare che regolamenta la materia, vigente dai primi anni sessanta) per un volume “sino” a mc 1,5 milioni e che, sulla base della richiesta avanzata dalla Regione Emilia, la società incaricata dal Comune di Genova ad attuare il rilascio (Società Mediterranea delle Acque S.p.A.), dopo aver verificato la consistenza delle scorte idropotabili, provvederà a lasciare defluire il volume d'acqua di volta in volta compatibile con le reali eccedenze presenti nell'invaso. Sulla base di questi elementi il risultato è quindi che la quantità d'acqua rilasciata in più non sarà per forza “pari” a 1,5 milioni di mc, ma potrà bensì arrivare “sino” a tale quantità (potendo quindi risultare anche di gran lunga inferiore) e addirittura potrebbe essere pari a zero qualora alla richiesta di rilascio avanzata dalla nostra Regione dovesse seguire il rifiuto da parte
della società incaricata al rilascio, in quanto la convenzione sottoscritta – come si è potuto vedere – concede a tale società considerevole discrezionalità in merito.
A seguito anche dell'attuale carenza di acqua nella nostra provincia e di tutte le problematiche emerse sulla vicenda, la locale Sezione di Domusconsumatori si unisce alle proteste da più parti in atto nei confronti della convenzione sottoscritta e auspica che si possa arrivare anche ad una revisione del Disciplinare vigente, ormai divenuto chiaramente obsoleto e non rispondente alle attuali esigenze del nostro territorio.

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PROPRIETA' FONDIARIA: SULLA QUESTIONE DEL BRUGNETO CONVENZIONE E DISCIPLINARE DA RIVEDERE

La Proprietà fondiaria di Piacenza, anche in considerazione della crisi idrica che si è
manifestata nei giorni scorsi nel nostro territorio, rinnova le proteste già esposte in un
comunicato diramato nei primi giorni del mese di agosto, quando la situazione non era
ancora così preoccupante.
Nel suddetto comunicato la Proprietà Fondiaria lamentava che la convenzione
stipulata nel mese di luglio tra la Regione Emilia-Romagna e la Regione Liguria,
relativamente al maggiore rilascio di acqua dall'invaso del Brugneto nel periodo estivo, non
dava alcuna certezza al nostro territorio e agli agricoltori piacentini; infatti la quantità di
acqua che dovrà essere rilasciata in base alla suddetta convenzione non è propriamente
quella pubblicizzata inizialmente dai firmatari della stessa e dagli organi di informazione
locale, tanto meno quella originariamente prevista dalla Regione Emilia Romagna.
La convenzione infatti all'articolo 3 prevede che, per un triennio, nel periodo estivo (16
maggio-15 settembre) sia messa in atto una maggiorazione del deflusso di acqua dall'invaso
del Brugneto al fiume Trebbia (che andrebbe ad aggiungersi alla quantità che viene
normalmente già rilasciata ogni anno in base al vigente Disciplinare, pari a 2,5 milioni di mc)
per un volume “sino” a mc 1,5 milioni e che, sulla base della richiesta avanzata dalla
Regione Emilia, la società incaricata da Genova ad attuare il rilascio, dopo aver verificato la
consistenza delle scorte idropotabili, provvederà a lasciare defluire il volume d'acqua di volta
in volta compatibile con le reali eccedenze presenti nell'invaso.
La quantità d'acqua rilasciata in più non sarà quindi “pari” a 1,5 milioni di mc (come
aveva invece previsto la Giunta regionale dell'Emilia Romagna nella delibera di rilascio
dell'autorizzazione alla sottoscrizione della convenzione) ma, come emerge dall'analisi della
convenzione, potrà ammontare “sino” a tale quantità e pertanto potrebbe anche risultare una
quantità minima ed irrisoria e ben inferiore ad 1,5 milioni di mc. Inoltre alla richiesta di
rilascio avanzata dalla Regione Emilia potrebbe anche seguire il diniego da parte della
società incaricata, in quanto la convenzione sottoscritta concede alla stessa ampia
discrezionalità in merito.
Alle proteste della Proprietà Fondiaria, esternate anche dal consigliere provinciale
Coppolino (Pdl) in un comunicato diramato sempre all'inizio del mese corrente, nei giorni
scorsi si sono aggiunte prese di posizione in merito anche da alcune delle locali forze
politiche (Fratelli d'Italia e Lega nord).
Alla luce di tutto ciò è evidente che la materia necessiti una nuova regolamentazione,
pertanto il Sindacato della Proprietà fondiaria fa appello alle istituzioni affinchè si attivino per
modificare non solo la convenzione relativa al rilascio supplementare di acqua, ma anche il
Disciplinare – vigente dal 1960 – che norma le condizioni e i termini di rilascio dell'acqua
dall'invaso del Brugneto, il quale risulta desueto e non più rispondente alle esigenze del
nostro territorio e degli agricoltori piacentini, anche per evitare che ogni anno si debbano
andare a mendicare rilasci supplementari.