Adriano Casella, l’operaio 36enne di Sariano che venerdì scorso ha confessato di aver ucciso suo padre, “voleva riscattare una ragazza che faceva la prostituta dando dei soldi al gruppo che sfruttava la donna”. E’ quel che è emerso nel corso della conferenza stampa tenuta oggi dal procuratore capo Salvatore Cappelleri insieme con il sostituto Ornella Chicca che sta coordinando le indagini per l’omicidio dell’agricoltore 78enne Francesco Casella, indagini condotte dai carabinieri di Fiorenzuola e dal Ris di Parma, presenti oggi in via del Consiglio.
Per racimolare i soldi con cui riscattare la prostituta, Adriano Casella aveva anche chiesto un finanziamento alla banca i cui responsabili hanno però capito che qualcosa non andava e hanno avvisato i carabinieri. Il fatto è accaduto un mese fa e non appena gli inquirenti lo sono venuti a sapere hanno capito che la scomparsa del padre, l’agricoltore in pensione Francesco Casella, poteva non essere casuale. Un altro particolare ha fatto propendere per la tesi di un collegamento tra la misteriosa sparizione dell’anziano e le attività strane del figlio, operaio carpentiere: la vendita di strumenti agricoli da parte di Francesco Casella che gli avrebbe fruttato, qualora fosse andata in porto, circa 10mila euro. Una somma che poteva far gola anche al figlio, da qualche tempo inserito in una sorta di tunnel che gli imponeva la necessità sempre crescente di denaro. Il movente dell'omicidio è dunque sicuramente legato ai soldi, anche se è difficile individuare il motivo preciso: probabilmente l’eredità o forse quei 10mila euro.
Tant’è che lo stesso Adriano, guardacaso, è subentrato al padre – già scomparso e quindi, come è poi emerso, già ucciso – nella trattativa per la vendita degli attrezzi del padre. Aspetto che ha insospettito persino l’acquirente perché Francesco Casella era solito seguire personalmente i suoi affari ed era conosciuto per questo: “Sei sicuro che tuo padre voglia vendere questi attrezzi?” avrebbe chiesto l’acquirente ad Adriano Casella.
Nell’ambito della stessa conferenza stampa, gli inquirenti hanno poi fornito dettagli sulla dinamica di questo atroce delitto per il quale ora l’operaio 36enne si trova in carcere, con misura cautelare confermata ieri dal gip Gianandrea Bussi dopo la convalida e l’interrogatorio.
Adriano Casella ha ammazzato suo padre con un colpo alla testa sparato da una pistola per la macellazione e l’ha fatto mentre l’anziano dormiva. E dormiva perché lui stesso l’aveva narcotizzato proprio allo scopo di commettere l’omicidio.
La macabra scena del delitto è la cucina della casa di via Chiesuola, a Sariano di Gropparello, dove viveva il padre e dove i Ris hanno trovato tracce di sangue che il figlio della vittima aveva tentato di lavare. E' stata trovata poi una coperta bruciata col quale Adriano avvolse il corpo per trasportarlo nei boschi di Morfasso, dove è stato trovato giovedì scorso. Ancora da effettuare le analisi sull'auto dell’omicida, posta ieri sotto sequestro. Adriano Casella avrebbe addormentato il padre con un potente sonnifero la mattina del 7 luglio: una volta persi i sensi sarebbe stato colpito alla testa dal figlio con la pistola da macellazione. Il 36enne ha poi nascosto il cadavere nella cantina di casa fino alla sera dell’8 luglio, per poi portarlo tra i boschi di Carignone dove il corpo è stato trovato.
Per quanto riguarda la prostituta, gli inquirenti hanno rivelato oggi che stanno ancora cercando di identificarla. Non è chiaro se sia lei la figura dell’istigatrice di cui si parla ormai da alcuni giorni e sulla quale, per il momento, la procura ha preferito non esprimersi.
Per riscattare la ragazza – hanno spiegato gli inquirenti, basandosi anche sul racconto reso dell’indagato – aveva consegnato all'inizio 10mila euro, ma come spesso capita quando ci si mette in contatto con gente di un certo tipo, sono poi state necessarie altre tranches; e anche su questo aspetto si sta indagando analizzando i movimenti bancari, a partire dalla richiesta di finanziamento alla banca per 15mila euro evidentemente senza motivazione (il che ha fatto scattare i sospetti nei funzionari dell’istituto di credito).
Per quanto riguarda i complici, dunque, c'è ancora riserbo da parte dell’autorità giudiziaria. Si stanno svolgendo accertamenti negli ambienti famigliari, questo è stato confermato; anche perché non si esclude che la donna che ha aiutato materialmente Adriano Casella a liberarsi del corpo (probabilmente senza nemmeno sapere di chi fosse) possa essere particolarmente vicina al 36enne.
La pistola da macellazione usata per l’omicidio era stata trovata nel corso del primo sopralluogo da parte dei Ris di Parma nella cantina dell'abitazione di Sariano, dove il cadavere è stato occultato per circa due giorni; e ad indicare dove trovarla era stato lo stesso Adriano.