La bassa Valnure, nel piacentino, è una zona “a forte vocazione agricola, con particolare attenzione alle colture per l’allevamento e l’agroindustria”. Lo ricorda il consigliere Andrea Pollastri (Pdl) in un’interrogazione rivolta alla Giunta regionale, in cui segnala che il carattere torrentizio del Nure e l’assenza di un invaso di contenimento a monte, nonostante l’abbondanza delle piogge nel periodo invernale e primaverile, hanno determinato una carenza di acqua necessaria all’irrigazione, per cui i sindaci di Podenzano, San Giorgio, Vigolzone, Pontedellolio, Pontenure avrebbero chiesto alla Regione di derogare al parametro imposto dal deflusso minimo vitale (Dmv), ricevendo una risposta negativa, con l’invito al mondo agricolo di ripensare al tipo di colture impiantate nella zona.
Le colture agroindustriali e gli allevamenti – sottolinea Pollastri – sono tuttavia un’importante fonte di occupazione, quantomeno stagionale, ma necessitano di grandi quantitativi d’acqua per l’irrigazione, soprattutto nel periodo estivo.
Di qui, la richiesta del consigliere alla Giunta di conoscere i motivi per cui non si possa derogare al Dmv per il torrente Nure.
Visto poi che “la sostituzione delle colture, ammesso che sia realizzabile, è comunque un intervento da prevedersi per il futuro, mentre la necessità d’acqua è immediata”, Pollastri chiede se non si possa prevedere la deroga almeno per l’estate in corso.
L’esponente del Pdl sollecita quindi l’istituzione di un Tavolo di lavoro con Atersir, associazioni del mondo agricolo, Provincia di Piacenza, Consorzio di bonifica e Arpa, come quello previsto per il fiume Trebbia, allo scopo di realizzare uno studio sulle problematiche legate ai flussi idrici, individuando le possibili soluzioni e gli interventi necessari. Il consigliere vuole infine sapere se sia al vaglio la creazione di laghi irrigui che fungano da bacini di accumulo per l’unico tra i principali torrenti piacentini a essere privo di un invaso a monte.
A Pollastri risponde Luigi Gazzola dell'Italia dei Valori: "Sono facili scorciatoie, le leggi vanno rispettate".
Con l’arrivo dell’estate, ecco che si riaffaccia puntuale la “Guerra del Nure” sul deflusso minimo vitale. E non c’è certo bisogno di essere presunti portavoce degli ambientalisti per capire che le leggi vanno rispettate.
Quanti invocano comode scorciatoie sanno benissimo che se si mancasse al rispetto del DMV si andrebbe incontro al rischio di una procedura d’infrazione da parte dell’UE con ripercussioni su tutti i cittadini, costretti a pagare le sanzioni con un aggravio delle tasse, nonché ad eventuali compromissioni di accesso ai fondi europei destinati agli agricoltori stessi.
Bisognerebbe semmai interrogarsi sull’efficacia e l’efficienza di certi metodi di irrigazione: utilizzare i “cannoni” nelle ore più calde è un metodo sorpassato che spreca grandi quantità di risorsa idrica, considerando che parte dell’acqua evapora ben prima di arrivare alla radice. La posizione di chi è pronto a difendere a spada tratta questa tecnica antiquata, è insostenibile: meglio senz’altro sarebbe ricorrere a buone pratiche, irrigando nelle ore meno calde e con sistemi più efficienti come l’irrigazione a goccia, in grado di depositare l’acqua sulla superficie del terreno contigua alla pianta o direttamente alla zona della radice.
È bene inoltre ricordare che la Regione, consapevole delle necessità irrigue, è da tempo impegnata nel coniugare l’attività estrattiva con la possibilità di individuare invasi a basso impatto ambientale, riconvertendo i poli estrattivi in bacini di accumulo laddove si reputa che ci sia la possibilità di alimentare una rete irrigua consolidata. Caratteristiche che questa zona del Nure non presenta, essendo estremamente frammentata la domanda di risorsa in capo ad utenze private diverse.
Infine, preme sottolineare l’aspetto più importante: bisogna capire che l’acqua è un bene pubblico, e non appartiene in via esclusiva a nessun sindaco o agli agricoltori. Urge che ognuno faccia la sua parte, cominciando col rendere più efficienti i sistemi di irrigazione e preservando in ogni modo possibile la risorsa idrica.