La Consulta dà ragione alla Fiom: “Anche all’Astra torniamo in azienda”

“Da oggi si apre una nuova fase di rapporti sindacali all’Astra”. La decisione della Corte Costituzionale, che ha dichiarato l'illegittimità dell'articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori per la parte in cui nega rappresentanza sindacale aziendale alle sigle che non hanno firmato le intese contrattuali collettive, apre spiragli anche all’Astra veicoli industriali a Piacenza, che fa parte del gruppo Fiat
Lo ha confermato Romano Braghieri della Fiom locale, il quale ha ripercorso il periodo “nero” per le relazioni tra sindacato e azienda: “Abbiamo sempre avuto buoni rapporti personali con la dirigenza dell’Astra, ma avere buoni rapporti personali è ben diverso dall’avere buoni rapporti sindacali”. 
In sostanza, l’azienda aveva smesso di versare i contributi sindacali degli iscritti di via XXIV Maggio perché l’Astra, a seguito della mancata firma dal parte della Fiom nazionale degli accordi di Pomigliano, in linea con il gruppo Fiat, aveva escluso la Cgil dalle organizzazioni “riconosciute” all’interno di quelle del gruppo guidato da Marchionne.
Una decisione, quella della Consulta, che non ha stupito i rappresentanti della Fiom, ha spiegato Braghieri, “perché appariva scontata”. Anche se, ha sottolineato, “ora si apre una nuova fase ancora tutta da definire. Certamente il sindacato più rappresentativo all’interno dell’Astra ora potrà sedersi ai tavoli e contrattare”. 

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Il caso a livello nazionale era stato trasmesso alla Consulta dal giudice di Modena, su ricorsi della Fiom relativi agli stabilimenti di Ferrari, Maserati Case New Holland, dove erano stati esclusi i suoi delegati dalle attività sindacali interne alle fabbriche.
Sulla decisione della Consulta è intervenuto oggi anche il segretario nazionale dell Fiom, Maurizio Landini: “La Costituzione rientra in fabbrica. E’ una vittoria di tutti i lavoratori. Non ci sono piu’ alibi: il governo convochi immediatamente un tavolo con la Fiat e tutte le organizzazioni sindacali per garantire l’occupazione e un futuro industriale. E’ ora che il Parlamento approvi una legge sulla rappresentanza”.