Sono oltre 6mila e 500 gli albanesi residenti in provincia di Piacenza che oggi sono chiamati al voto per eleggere il nuovo premier. Un momento importante per loro e che potrebbe rappresentare un punto di svolta per il paese delle Aquile, rivelandosi decisivo per il futuro cammino verso l'integrazione europea, finora ostacolato dalle lunghe crisi politiche interne.
E così sono stati molti gli albanesi, che da anni vivono nel Piacentino ma che non hanno mai rinunciato alla possibilità di esprimere il proprio voto in patria, a decidere di tornare direttamente in Albania per votare. Come ha confermato Afrin Haldeda, rappresentante dell’associazione albanesi a Piacenza: “A Bologna è stata fatta richiesta di poter avere un pacchetto di biglietti aerei per ritornare, visto che è stato negato il voto online. Per cui siamo in tanti ad essere tornati e altri stanno arrivando in queste ore” ha detto.
Sono quindi qualche migliaio ad essere partiti dal nostro territorio vista l’importanza del voto (su 60mila e 600 in Emilia Romagna). “Sì, per un cambiamento. Per ora sta andando tutto bene. Speriamo che si svolga tutto in pace, visto che le acque sono agitate” ha detto il rappresentante dell'associazione, che a Piacenza dal 2004 si è occupata dell'integrazione dei connazionali.
La sfida oggi è tra il conservatore Sali Berisha e il socialista Edi Rama, sindaco della capitale, dato per favorito. Ma in caso di pareggio, fascisti e sinistra radicale sono l'ago della bilancia. In più per la prima volta la formazione di destra estrema Alleanza Rossonera ha una rappresentanza politica ufficiale.
Ma di là di come andrà il risultato, però, gli albanesi rimangono legati all’Italia, così come a Piacenza dove ormai hanno instaurato solide relazioni affettive e di lavoro, ha confermato Haldeda: “Siamo attaccati alla nostra terra e anche se siamo all’estero rientriamo per votare ma torneremo a Piacenza perché abbiamo il lavoro, la casa. Però per noi è importante mantenere questo doppio legame”.