Il sindaco di Piacenza, Paolo Dosi risponde alle critiche che gli sono arrivate dal suo partito (Pd) dopo la nomina del rappresentante locale all'interno di Iren. "Le reazioni poco opportune alla mia decisione di nominare la dottoressa Barbara Zanardi nel Consiglio di amministrazione di Iren – scrive il primo cittadino – mi inducono a fare chiarezza intorno ai criteri che mi hanno condotto verso questa scelta".
"La recente entrata in vigore (4 maggio) del decreto legislativo n. 39 in tema di “Inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico”, pone limiti precisi all’inconferibilità di incarichi a componenti di organo politico di livello regionale e locale (art. 7). L’incarico non è conferibile “A coloro che nei due anni precedenti siano stati componenti della giunta o del consiglio della provincia, del comune o della forma associativa tra comuni che conferisce l’incarico (…), nella stessa regione dell’amministrazione locale che conferisce l’incarico” (IREN ha sede a Reggio Emilia). Questa norma recentissima, di cui abbiamo verificato l’applicabilità solo nei primi giorni della scorsa settimana, e quindi a ridosso della scadenza per l’indicazione dell’incarico, di fatto escludeva l’individuazione al ruolo di consigliere di almeno due tra i candidati, attualmente consiglieri provinciali.
E’ pur vero che, nelle ore precedenti la scadenza dei termini di presentazione, mi è stato anticipato verbalmente il contenuto di un parere ministeriale, mai pervenuto sulla mia scrivania, richiesto per fare luce sul caso specifico, nel quale si escluderebbe IREN dalla fattispecie in esame. Ma è altrettanto vero che, per condizionare l’eventuale scelta, avrei avuto a disposizione un semplice parere, e non una sentenza interpretativa che esprimesse un indirizzo certo. E, di fronte alle conseguenze e alle sanzioni previste dal D.L. 39, ha prevalso la prudenza:
Art. 17: Gli atti di conferimento di incarichi adottati in violazione delle disposizioni del presente decreto e i relativi contratti sono nulli. Art. 18: I componenti degli organi che abbiano conferito incarichi dichiarati nulli sono responsabili per le conseguenze economiche degli atti adottati. Che tradotto significa: sono nulli tutti gli atti approvati in questi mesi dai 73 Comuni soci di IREN in vista dell’assemblea di fine giugno, e chi paga è l’unico che ha sottoscritto l’atto dichiarato nullo, cioè il Sindaco di Piacenza. E’ quindi evidente che la scelta del candidato andava indirizzata altrove. Inoltre negli ultimi giorni è intervenuta un’ulteriore variabile, legata all’applicazione della normativa che prevede la rappresentanza di genere nei Consigli di amministrazione di società partecipate. Per una serie di accordi complessi Piacenza, all’interno di IREN Emilia, ha avuto il compito di individuare il consigliere di genere femminile. La mia scelta è stata rivolta alla dott.ssa Barbara Zanardi che, oltre a godere della mia massima fiducia, possiede tutte le caratteristiche per poter interpretare positivamente un ruolo così impegnativo.
Di tutti questi passaggi erano e sono informati i responsabili del Partito Democratico, che si sono fatti parte attiva per seguire il percorso di conferimento dell’incarico. Colgo l’occasione per commentare brevemente alcune affermazioni sorprendenti riportate dai mezzi di comunicazione, ed attribuibili ad esponenti politici locali.
Non conosco, né mi interessano, eventuali rapporti di parentela o conoscenza della dott.ssa Zanardi con consiglieri comunali, rapporti che reputo irrilevanti ai fini del ruolo che sarà chiamata a svolgere. Inoltre smentisco in modo categorico qualsiasi intenzione, peraltro mai discussa, dell’amministrazione comunale di dismettere la propria partecipazione in IREN. Sia perché credo (e mi auguro che con me lo creda l’intera giunta) che la presenza nella società sia strategica per garantire il buon funzionamento di servizi essenziali sul nostro territorio, sia perché l’eventuale uscita da IREN comporterebbe un apparente beneficio immediato ma costituirebbe una reale perdita rispetto ai valori di acquisizione iniziale.
Concludo richiamando tutti al rispetto degli elementari principi che ispirano l’attività politico amministrativa di consiglieri ed assessori comunali. Sono entrato in Consiglio Comunale nel 2002 e, come consigliere, non mi sono mai permesso di esercitare alcuna forma di pressione, diretta o indiretta, nei confronti del mio Sindaco. Né sui temi delle nomine né su altri temi di stretta pertinenza sindacale. Dal 2004, per otto anni, ho svolto l’attività assessorile in giunta, e non ricordo che sia mai stata portata all’attenzione dell’organismo collegiale una qualsiasi riflessione relativa al tema delle nomine negli enti partecipati. Al massimo, siamo stati chiamati a rispondere a sollecitazioni richieste espressamente dal Sindaco stesso".