Finalmente è legge: ogni società sportiva, sia essa professionistica o dilettantistica, dovrà dotarsi di defibrillatore. Il decreto Balduzzi è stato infatti convertito il 26 aprile scorso in Parlamento. Un successo per Progetto Vita, che da anni si batte per diffondere la cultura dell'apparecchio salva-vita, ottenuto grazie anche al sostegno della politica e, a Piacenza, della parlamentare del Pd Paola De Micheli. Oggi alla sede del Coni il presidente provinciale Robert Gionelli e la dottoressa Daniela Aschieri hanno presentato i risvolti di questa decisiva normativa che, si spera possa segnare una svolta nel contrasto alla morte improvvisa da arresto cardiaco negli impianti sportivi. La legge, ha spiegato Gionelli, detta alle società i tempi per dotarsi del defibrillatore: sei mesi alle società professionistiche e 30 mesi a quelle dilettantistiche. Tempi piuttosto ampi che Gionelli e Aschieri invitano a restringere: "Il consiglio è quello di dotarsi dell'apparecchio in tempi rapidi. Il defibrillatore è l'unico modo per salvare la vita in caso di arresto cardiaco. In trenta mesi statisticamente può morire una settantina di persone per arresto cardiaco in impianti sportivi. Per questo le società devono attrezzarsi il prima possibile". L'importanza dell'apparecchio è arcinota: su nove arresti cardiaci in impianti senza defibrillatore, la percentuale di vite salvate è ridotta al lumicino, solo due (di cui uno con rischio di danni neurologici permanenti); su nove arresti cardiaci in impianti con defibrillatore, su nove arresti otto persone possono essere salvate (dati che verranno pubblicati come presentazione al congresso di cardiologia di Amsterdam). Fondamentali, come sempre, i primi cinque minuti di intervento. Più diffusione c'è e più probabilità ci sono di salvare vite". La legge parla di società sportive. Ma l'obiettivo è quello di arrivare a dotare ogni impianto sportivo del mezzo salvavita. A Piacenza città praticamente tutti gli impianti ne sono dotati (il velodromo e la pista da cross lo saranno tra pochi giorni). In provincia la strada è ancora in salita. Dopo l'entrata in vigore del decreto Balduzzi, molte società si sono allarmate per i costi da sostenere. Un defibrillatore costa 2mila euro (compreso il pacchetto con corsi, teca ed elettrodi). Per questo Gionelli e Aschieri hanno invitato scuole e società a proseguire nell'iniziativa di raccolta fondi con la lavagna (100 caselle da riempire, ogni casella 20 euro).