Addio a Giulio Andreotti. Il sindaco Dosi: “Contribuì a ricostruire l’Italia”

Vasto cordoglio per la scomparsa di Giulio Andreotti, morto oggi alle 12.25 nella sua abitazione di Roma. La notizia è stata diffusa dai famigliari. Il senatore a vita aveva compiuto 94 anni lo scorso 14 gennaio. I funerali saranno celebrati nel pomeriggio di domani a Roma. Notissima figura di spicco della vita politica e istituzionale, Andreotti è stato uno degli esponenti più importanti della Democrazia Cristiana. Presidente del Consiglio per 7 volte,  ha ricoperto numerosi incarichi di governo. La sua carriera era iniziata alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando al seguito di Alcide De Gasperi diventò membro della Costituente nel 1946.

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Personaggio di indiscussa fama e sulla cui figura, piuttosto controversa a partire dagli anni Novanta, Andreotti aveva estimatori ovunque, anche a Piacenza. Tra questi, i cosiddetti "andreottiani" erano l'ingegner Leone Pera, l'avvocato Aldo Basini e Giorgio Colombi.

"Ho conosciuto Andreotti quando sono stato nominato nei primi anni Ottanta consigliere nazionale della Dc. Uomo di grande carisma, instancabile lavoratore. Le faccio un esempio: una sera alle 19 la signora Enea, che era a capo della sua segreteria e mi disse, il presidente domani la vuole vedere alle sette. Di sera? No, di mattina. Viaggiai tutta la notte. Alle 7 ero nella sua anticamera, si apre la porta e uscì l'onorevole Aglietta. Significava che era in piedi da tempo e considerato che andava anche in Chiesa, si svegliava alle 4,30. Mi ricevette mezz'ora e parlammo di vari problemi. Persona altamente preparata, analitico, organizzato. Nel bene o nel male quando un uomo è in vista raccoglie consensi e dissensi. era un uomo lungimirante. Parlava già allora di debito pubblico e inquadrò con venti anni di anticipo la situazione difficile che c'è oggi. Di Andreotti ho solo un ricordo positivo. Poi come in tanti forse scese a certi compromessi. Talvolta fu anche immobilizzato da certi eventi, vedi il caso Pecorella. Ma l'Italia fu privata di un grande talento politico. Senza di lui abbiamo perso dieci anni di politica nazionale". Sulla stessa lunghezza d'onda anche Giorgio Colombi: "Un grandissimo statista".

La figura del senatore a vita è stata ricordata anche dal sindaco di Piacenza, Paolo Dosi.

“Andreotti ha rappresentato la sintesi di quella che è stata la riflessione politica della prima repubblica e comunque del dopoguerra, l'attività di una classe politica uscita dal conflitto che ha cercato di ricostruire il paese sotto il profilo delle rappresentanze istituzionali. All’epoca, Andreotti fu uno dei più giovani esponenti impegnati fin dai primissimi anni anche con incarichi di responsabilità di altissimo livello. Fu decisamente un protagonista della rinascita italiana”.